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Valery Gerasimov, il Cremlino: "Perché lo abbiamo nominato"

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Ieri, mercoledì 11 gennaio, la notizia della nomina del generale Valery Gerasimov a capo delle forze congiunte impegnate in Ucraina. Una nomina su cui il mondo si interroga: quale la strategia? Quale il significato? Difficile trovare certezze, quando si ha a che fare con Vladimir Putin e con la sua continua, infinita, girandola di nomi. Ma ora, a parlare della decisione su Gerasimov, è direttamente il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che cita quanto già precisato dal ministero della Difesa nell'annunciare la nomina: "È collegata all'espansione degli obiettivi, non ho altro da aggiungere", spiega minaccioso Peskov. Una frase che lascia intendere che il Cremlino avrebbe in mente un impegno militare di portata ancora maggiore.

Nel frattempo, sempre da Mosca arrivano conferme circa il lavoro in corso per organizzare un incontro tra il ministro degli Esteri Sergej Lavrov e i suoi omologhi di Turchia, Mevlut Chavusoglu, e Siria, Faisal Miqdad. Lo ha annunciato nel corso di un briefing con i giornalisti la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, la quale ha poi aggiunto che la data dell'incontro trilaterale è ancora da definire. 

Infine, sempre dalla Russia, la smentita circa un nuovo accordo su uno scambio di prigionieri nel corso dei colloqui in Turchia. A riferirlo è stata l'inviata di Mosca, sostenendo che le sue affermazioni precedenti in merito sono state interpretate male. "Qualcuno ha frainteso qualcosa", ha affermato il commissario russo per i diritti umani, Tatyana Moskalkova, dopo aver incontrato la sua controparte ucraina. "Stavamo parlando dei risultati del nostro lavoro passato. Questi scambi sono già avvenuti", ha concluso.

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