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Zelensky e Putin, "dobbiamo prepararci": l'Europa travolta?

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"Gli ucraini potrebbero vincere questa guerra. Noi nell'Occidente siamo davvero preparati a una vittoria ucraina? Sappiamo quali altri cambiamenti potrebbe portare?". Anne Applebaum, scrittrice e giornalista, in una intervista a Il Corriere della Sera, traccia uno scenario inquietante rispetto alla "possibilità di una vittoria" di Kiev. Il presidente Volodymyr Zelensky ha detto a Biden di volere non solo recuperare territori ma anche ottenere risarcimenti economici e giustizia per i crimini di guerra. Un obiettivo troppo ambizioso e difficilmente realizzabile se Vladimir Putin resta al potere. "Dobbiamo aspettarci che una vittoria ucraina, e certamente una vittoria per come l'Ucraina la concepisce, porterà anche la fine del regime di Putin", spiega Applebaum. E questo, in assenza di meccanismi di successione, può essere una opportunità ma anche un grosso rischio.

 

 

"Io credo che l'unico modo in cui la guerra possa finire - e intendo finire davvero e non riprendere dopo sei mesi o un anno - è se i russi perdono e capiscono di aver perso. Devono realizzare che la guerra è stata un errore e che non può essere ripetuta", prosegue la giornalista. "La mia opinione è che come minimo debbano essere respinti dai territori che hanno conquistato dal 24 febbraio, meglio anche dalla Crimea. Devono vederlo come un disastro per il loro Paese. Penso che ciò non possa accadere se non c'è una chiara sconfitta russa". E, sottolinea la Applebaum: "Quando ripeto che la guerra non finirà finché gli ucraini vincono e i russi perdono, non è per bellicismo: è l'unica via realistica".

 

 

Anche perché gli ucraini "resisterebbero fino a che non esistono più, perché per loro non c'è alcuna forma di resa che non implichi anche la morte. Capiscono che se vengono occupati dalla Russia moriranno, la loro civiltà scomparirà". Intanto a Mosca, "ci sono certamente segnali di cambiamento. Putin non ha fatto la conferenza annuale di fine anno, ha subìto forti critiche della destra nazionalista e i sondaggi dell'opposizione mostrano cambiamenti nell'opinione pubblica contro la guerra, ma non sappiamo se ciò avrà dei risultati nelle politiche del Paese", conclude.

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