Medvedev e Putin, segreto inconfessabile: cosa c'è dietro il nuovo ruolo
Un gioco di ruoli e di specchi, un giallo russo. Vladimir Putin nomina il suo amico e braccio destro Dmitrij Medvedev primo vice-presidente della Commissione militare industriale. Un ulteriore incarico di peso per l'ex presidente russo, oggi vice-presidente del Consiglio di Sicurezza russo, nei fatti il "supplente" dello Zar. Tuttavia, nota il Corriere della Sera, salta all'occhio la divergenza nelle dichiarazioni dei due pesi massimi della politica russa sulla guerra in Ucraina. Certo, il classico canovaccio del "poliziotto buono e del poliziotto cattivo", con Vladimir e Dmitrij che amano scambiarsi i ruoli a seconda delle opportunità e delle convenienze. Ma stavolta la lontananza dei due sembrerebbe un po' più marcata.
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"Noi siamo pronti già da ora a eventuali negoziati di pace", ha spiegato Putin a Rossiya-1, facendo un passo ulteriore sottolineando come il dialogo "è possibile con tutti i partecipanti a questo processo", governo di Volodymyr Zelensky compreso. Un governo ucraino che Medvedev, il giorno dopo in una intervista a Rossiyskaya Gazeta, ha definito "fantoccio" e incapace di trattare alcunché. Medvedev parla di una guerra che cambierà "la disposizione dei centri di forza globali e lo stile di vita quotidiano di miliardi di persone", e assicura che il Cremlino farà di tutto per confermare gli obiettivi della operazione speciale e per centrare la "denazificazione di un regime obbrobrioso, quasi fascista, e della sua completa demilitarizzazione dello Stato ucraino".
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In questo quadro, "qualunque trattativa con l'attuale governo fantoccio si è rivelata fin dall'anno scorso assolutamente insensata". Al massimo, scrive Marco Imarisio sul Corsera, "la faccia feroce di Medvedev può svolgere la funzione di specchio per le allodole, un contentino al partito della guerra perenne". Così come un contentino, dunque, potrebbe essere la nuova poltrona regalatagli dall'amico Vladimir.
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