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Qatargate, il sospetto di Cirino Pomicino: "La mano di Putin?"

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"Molte cose restano ancora da capire". Paolo Cirino Pomicino sul Qatargate nutre forti dubbi. Nel mirino i soldi con cui il Paese arabo avrebbe corrotto alte cariche dell'Europarlamento. "Per contrastare una mozione che non poteva non essere votata dalla stragrande maggioranza del parlamento europeo e le poche voci, peraltro niente affatto autorevoli, a sostegno della evoluzione riformatrice del Qatar, non possono giustificare quel fiume di danaro che abbiamo tutti visto. Oppure i soldi trovati dovevano essere distribuiti sempre quando l'obiettivo fosse stato raggiunto e visti i risultati dovevano essere restituiti? O cosa altro è possibile immaginare?", sono le domande che si pone sulle colonne del Giorno.

 

 

Proprio qui l'ex ministro non può fare a meno di notare un dettaglio da lui definito "inquietante". L'indagine - prosegue - "è stata fatta inizialmente dai servizi di intelligence e non dalla magistratura". Da qui un altro quesito: "Chi ha attivato i servizi segreti del Belgio? Sono stati i russi di Putin, visti i rapporti tra Putin e l'emiro al-Thani del Qatar, per punire l'Europa per la vicinanza all'Ucraina o alcuni servizi occidentali per dare un colpo alla solidità politica dell'Europa e alla sua credibilità?". Tutto è ancora da chiarire.

 

 

E assolvendo i partiti da qualsiasi responsabilità, se non quella di "aver selezionato alcuni dirigenti troppo fragili dinanzi alle tentazioni del 'vil danaro'", l'ex deputato ricorda che per il Parlamento europeo tutto cambierà. Cirino Pomicino è infatti convinto che da questo momento ogni dichiarazione o mozione di minoranza verrà guardata con sospetto ricordando gli interventi di Eva Kaili e di Andrea Cozzolino sul Qatar.

 

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