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Volodymyr Zelensky, "dev'essere pronto". La bomba da Washington

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky "dovrebbe essere pronto a volare al Cremlino, se ci fosse un impegno da parte di Vladimir Putin". Lo scenario, al momento francamente inimmaginabile, è quello descritto dal politologo americano Michael Walzer nelle ore in cui Zelensky è stato accolto da eroe a Washington, raccogliendo la promessa del presidente Usa Joe Biden sulle forniture di missili Patriot. Dopo 300 giorni di guerra spietata, secondo Walzer, la possibilità di negoziato passa ancora dalle armi: "Spero che altre vittorie ucraine incoraggino Mosca ad accettare i confini del 24 febbraio". Ma dalla Russia non sembrano ancora arrivare segnali in questo senso. Anzi, il contemporaneo incontro tra il "vice" di fatto di Putin Dmitry Medvedev e il presidente cinese Xi Jinping è servito a rafforzare, almeno mediaticamente, l'immagine dei due fronti contrapposti: Occidente-Kiev contro Cremlino-Pechino.

 

 

 

"Il leader di un Paese alleato sotto assedio viene a parlare al presidente e ai parlamentari in un momento in cui sta per insediarsi un nuovo Congresso e molti sono contrari agli aiuti all'Ucraina. Che venga ad affrontarli direttamente, a spiegare la sua posizione, è di grande importanza - sottolinea Walzer al Corriere della Sera -. E penso che sia significativo il fatto che Biden lo accolga come un grande alleato e una figura eroica nella difesa dell'indipendenza nazionale e della sovranità. È un grande momento". Alcuni dicono che Zelensky avrebbe dovuto visitare Bruxelles prima di Washington. "Sulla via del ritorno - dice Walzer - dovrebbe fermarsi a Bruxelles. E ovviamente dovrebbe essere pronto ad andare a Mosca, se ci fosse un impegno da parte di Putin". Eppure "un cessate il fuoco in questo momento darebbe a Putin l'opportunità di creare un esercito efficiente. E non è quello che vogliamo vedere. È molto difficile, bisognerebbe definire un cessate il fuoco che includa garanzie contro la ripresa dei combattimenti". Riguardo ai missili Patriot "la difesa aerea avrebbe dovuto essere inviata in Ucraina mesi fa. Eravamo così concentrati sul rischio di escalation nucleare che abbiamo ignorato il rischio di bombardamenti aerei su ampia scala contro le infrastrutture ucraine".

 

 

 

Dell'incontro Biden-Zelensky parla anche, sul Messaggero, il rappresentante dell'Italia presso la Nato, l'ambasciatore Stefano Stefanini: "Putin - sostiene - non vuole rinunciare ai suoi obiettivi, militari e politici: l'annessione dei territori e la riduzione dell'Ucraina a Stato vassallo della Russia. Non si vede oggi alcuno spiraglio per la pace". Stefanini poi mette in guardia su una possibilità, quella "che, con la visita di Putin a Minsk, si possa aprire un terzo fronte a nord, bielorusso-ucraino, come fu all'inizio con l'avanzata su Kiev".
 

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