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Arabita saudita? Tutti pazzi per il Natale, ma guai a nominarlo

Alessandra Menzani
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Va bene, il Paese sta cambiando e pure in fretta. L'Arabia Saudita di oggi, a differenza di quella di dieci anni fa, permette alle donne - udite udite - di guidare, di andare al bar senza mariti o fratelli, sole con le amiche, ha abolito le sezioni dei ristoranti, aperto al turismo, rivoluzionato il divorzio, alleggerito l'abbigliamento femminile, eccetera. Ma addirittura accogliere uno dei simboli più lontani dalla sua tradizione... Ci è capitato di girare per i negozi o negli show per bambini e trovare alberelli illuminati, renne, gnomi, casette innevate, e pure canzoncine delle feste, insomma tutti o quasi gli elementi tipici del Natale cristiano: non c'è davvero più religione.

RELIGIONE DI STATO - E tutto questo oltre due mesi prima del 25 dicembre, già dalla metà di ottobre quando financo da noi è un po' prematuro per luminarie e panettone. Ma il Natale quando arriva arriva: lo diceva anche Renato Pozzetto nel celebre spot dolciario.
Siamo a Jeddah, a poche ore dalla Mecca, il posto più musulmano che il globo conosca.

 

 

L'islam è la religione del Regno, le chiese e i cimiteri (salvo uno, semi clandestino) non esistono, così come i luoghi di culto di altre fedi: ci sono solo moschee, non turistiche. Eppure, a detta di tutti quelli che vivono qui, italiani e non, cristiani cattolici e ortodossi, è abbastanza sorprendente passeggiare in uno dei negozi della catena H&M che si trova nella "Montenapoleone locale", Tahlia Street, o nel grande centro commerciale Red Sea Mall, e notare tra la merce tovaglioli rossi con disegnati alberelli o palle di vetro per addobbare le case. La parola "Natale" non si trova in modo esplicito, ma i riferimenti saltano all'occhio: per noi sono famigliari e scontati, però vederli qui desta stupore.

ILLUSIONI - Più espliciti sono quelli che affollano un'esibizione pensata soprattutto per bimbi, Optical Illusion, a due passi da Al Shatee Souq, formata da varie stanze con - appunto - illusioni ottiche, giochi, piscine con spugne colorate, mucche di gomma, girasoli giganti e lecca lecca e, alla fine, un'area con luci soffuse dove sembra di essere ai mercatini di Natale di Bolzano (in effetti l'aria condizionata utilizzata da queste parti raggiunge temperature alpine): si cammina tra finti pini illuminati, alcuni verdi alcuni bianchi, gli orsi polari guidano le renne, altri suonano il violino, ci sono slittini colmi di pacchetti rossi traboccanti di fiocchi, un gigantesco pupazzo di neve, da una sorta di carillon partono musiche che evocano atmosfere di festa, c'è addirittura una casetta che sembra tanto una capanna. L'atmosfera è incantata, sono stati bravi a riprodurla. I bambini sauditi si divertono molto, sono estasiati; le signore locali coperte dall'abaja (la tipica veste) e dal velo gradiscono molto lo spettacolo, tanto che scattano foto come se fossero davanti a George Clooney. Gli occidentali presenti, pochi, effettivamente avvertono un senso di piacevole stranezza, del tipo: dove siamo?

 

 

L'IMPRONTA DI MBS - Lo show è realizzato da un'azienda di intrattenimento locale, Lamsat Event, e dura fino a metà novembre: è stato pensato soprattutto per la promozione dei social media dato che ogni stanza, gioco, illusione ottica e proiezione è - come si dice - molto "instagrammabile", suggestivo, attraente. La globalizzazione, il business, mettiamoci pure l'apertura alla modernità spinta dal principe Mohammed Bin Salman, con il progetto Vision 2030, tutto fa brodo: bisogna ammettere che il vento del cambiamento in questi giorni ha una brezza particolarmente nordica. Sarebbe bello che in questo festoso clima di rinnovamento si potesse fare un bel brindisi, ma la data in cui l'Arabia Saudita aprirà all'alcol, qui tassativamente proibito anche negli hotel e nei ristoranti, oltreché nei supermercati, è ancora lontana. Semmai ve ne fosse una. 

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