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Putin e Lukashenko, "200mila soldati": l'armata per la guerra mondiale?

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Cresce il timore di una nuova escalation nel conflitto in Ucraina. La Bielorussia si starebbe preparando a entrare in guerra al fianco della Russia. O perlomeno, queste sarebbero le speranze di Vladimir Putin. Ad avvalorare questa ipotesi è la visita del presidente russo programmata per lunedì 19 dicembre a Minsk, dove incontrerà il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. I colloqui, secondo quanto ha riferito il Cremlino, verteranno sull'"integrazione" nel quadro dell’Unione Russia-Bielorussa che lega le due ex Repubbliche sovietiche dal 1996. I due leader "si scambieranno opinioni sulla situazione globale e regionale e discuteranno una risposta congiunta alle sfide emergenti".

Eppure, l'ipotesi del cambio strategia era stata già segnalata pubblicamente, circa una settimana fa, dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: "La Russia sta cercando di congelare il conflitto in modo da riorganizzarsi e poi provare a lanciare un'offensiva più grande la prossima primavera". Anche lo Stato Maggiore ucraino ha espresso il sospetto che Minsk stia per scendere in guerra, alla luce dei numerosi segnali. Il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov ha ipotizzato che una nuova offensiva russa potrebbe verificarsi a febbraio, quando metà delle 300.000 truppe, arruolate grazie alla "mobilitazione parziale" lanciata a settembre, avranno completato l'addestramento. La nuova spinta potrebbe essere lanciata dall'area orientale del Donbass, dal sud o dalla vicina Bielorussia, ha detto il ministro e potrebbe includere un altro assalto da terra a Kiev come quello non riuscito a Mosca all'inizio dell'invasione, il 24 febbraio scorso. Ora il generale ucraino Valerii Zaluzhnyi lo ha confermato all'autorevole settimanale inglese The Economist. "La Russia sta addestrando circa 200mila nuove truppe. Non ho dubbi che tenterà nuovamente di prendere Kiev".

Allo stesso tempo la Camera dei rappresentanti della Bielorussia ha approvato un disegno di legge sull'introduzione della pena di morte per alto tradimento per i militari e dipendenti del governo statale. Tuttavia, al momento non ci sono movimenti di truppe che confermino tutto questo. Anzi, secondo gli analisti dell'American Institute for the Study of War, è da ritenere improbabile che le truppe bielorusse attacchino l'Ucraina, nonostante l'esercito sembri prepararsi a farlo, sia perché le sue forze sono troppo esigue per rappresentare una reale minaccia, sia "a causa delle dinamiche interne" di un Paese sopravvissuto a una rivolta soltanto due anni fa. Fatto sta che lo scenario si fa sempre più opaco, e intravedere la luce alla fine del tunnel diventa sempre più difficile.

 

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