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Polonia, ecco la nuova potenza militare: cosa sta succedendo

Mirko Molteni
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Martedì 6 dicembre San Nicola (il vero Santa Claus) ha portato in dono alla Polonia giocattoli fuori del comune. Sono stati sbarcati al porto di Gdynia, sul Baltico, i primi 10 carri armati K2 Black Panther, più 24 obici semoventi K9 Thunder, tutti mezzi di fabbricazione sudcoreana, primo assaggio dell'enorme rafforzamento militare di Varsavia. Riarmo tale da tramutare la Polonia in uno dei paesi Nato più forti. Alla consegna erano presenti il presidente Andrzej Duda e il ministro della Difesa, Mariusz Baszczak, che ha detto: «Vogliamo la pace,  perciò ci prepariamo alla guerra, con armi all'avanguardia per dissuadere l'aggressore». Cioè la Russia, "bestia nera" dei polacchi da secoli.

La guerra in Ucraina ha fatto schizzare al 3% del Pil la spesa militare polacca, superando il 2% richiesto dagli Usa agli alleati. In soldoni, nel 2022 la Polonia ha speso 15 miliardi di dollari per le forze armate e nel 2023 balzerà a 22 miliardi. Il solo esercito raddoppierà, da 148.000 a 300.000 uomini. Eloquente è stato il generale Rajmund Andrzejczak, capo di Stato Maggiore di Varsavia, che intervistato il 2 dicembre da Breaking Defense, ha spiegato: «Abbiamo molti soldi. Prendiamo le nostre valigie piene di denaro e giriamo il mondo come matti per comprare».

 

 

L'ARSENALE - Negli ultimi mesi il governo polacco ha colto l'occasione delle sue forniture d'armi, fra cui carri T-72, agli ucraini per lanciare un rinnovo degli arsenali. Fornitori-principe sono gli Stati Uniti, come prevedibile, ma anche un inedita Corea del Sud. Giusto il 6 dicembre, Washington ha approvato la vendita ai polacchi di 116 carri armati M1 Abrams di seconda mano, che integrano una fornitura ben più ampia di 250 Abrams dell'ultima versione Sepv3, per una spesa di 4,75 miliardi di dollari. Un colosso da 67 tonnellate con cannone da 120 mm, in grado di muoversi a 70 km/h su strada e 40 km/h su sterrato. Gli accordi Varsavia-Washington prevedono anche 16 sistemi antiaerei Patriot, con scorta di 208 missili, per 4,75 miliardi, e 32 caccia Lockheed-Martin F-35, al costo di 4,5 miliardi, coi quali l'aviazione polacca equipaggerà due squadriglie da 16 aerei l'una, ma con l'opzione di futuri altri 32 caccia. Con l'F-35 i polacchi potrebbero bombardare obbiettivi in territorio russo fino a distanze di 1200 km, teoricamente fino a Mosca, con un aereo "quasi invisibile" che ha ottime probabilità di superare le difese.

 

Per l'esercito sono in arrivo nel 2023 lanciarazzi campali M142 HIMARS, il medesimo tipo usato dagli ucraini, con una commessa che, da 20 esemplari iniziali, si è gonfiata fino a un'ipotesi di 500 unità. La parte del leone la sta facendo anche la Corea del Sud, con la consegna, per 5,8 miliardi di dollari, di un totale di 180 carri K2 Black Panther e 212 semoventi K9 Thunder entro il 2026. Il K2, fabbricato da Hyundai Rotem, divisione militare di Hyundai, è tra i carri più moderni del mondo. Nell'esercito di Seul è operativo dal 2014 in 260 unità e non è mai stato esportato. La Corea del Sud punta sulla commessa polacca per promuovere iltanke proporlo anche ad Egitto e Norvegia, oltre ad approfittare di quello che è il maggior successo sudcoreano in export militare per reinvestirne i guadagni nella difesa del paese contro la minaccia della Corea del Nord. Il K2 è un po' più leggero dell'Abrams, 55 tonnellate, ma pari al tank americano nel cannone da 120 mm e nei sofisticati radar e computer per il controllo di tiro. Nell'accordo è compresa la licenza di produzione e dal 2026 i polacchi costruiranno ulteriori 820 carri K2 negli stabilimenti PGZ di Radom.

FORNITURE - L'esercito polacco supererà così un migliaio di carri armati, ben più, ad esempio, dell'Italia, che ha 200 carri Ariete, dei quali metà in magazzino. Sempre dalla Corea del Sud, i polacchi avranno 48 caccia leggeri KAI FA-50 consegnati dal 2023, aerei supersonici meno sofisticati degli F-35, ma in grado di affiancarli nelle missioni meno rischiose. Nella lista della spesa polacca c'è, a beneficio dell'Italia, anche un prodotto del gruppo Leonardo, l'elicottero Agusta-Westland AW-149, che per 1,7 miliardi di euro verrà fornito in 32 esemplari, in versioni da appoggio tattico, guerra elettronica e ricognizione, costruiti però nello stabilimento polacco PZL di Swidnik, di proprietà di Leonardo. 

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