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Macron travolto dallo scandalo: ecco cosa fa con i clandestini

 Emmanuel Macron

Mauro Zanon
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Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, punta molto sulle Olimpiadi del 2024, che si terranno a Parigi, per ridorare la sua immagine assieme a quella della Francia, dopo annidi attentati islamisti e violente proteste di piazza. Ma come rivelato ieri da due inchieste di Libération e Le Monde l'immagine rischia di essere infangata prima ancora della cerimonia di apertura. Per la costruzione del villaggio olimpico nel dipartimento della Seine-Saint-Denis vengono infatti sfruttati e sottopagati decine di sans-papiers, ossia migranti irregolari, chiamati a fare mestieri che i francesi non vogliono più fare, come racconta uno di loro intervistato da Libération. «Mi chiamano perché i francesi non vogliono più fare questo lavoro. Accetto perché devo mangiare. Sono venuto per vivere il mio sogno europeo, come altri prima di me», ha raccontato Abdouraman, arrivato dalla Libia nel 2018. Prima di lavo rare nel villaggio olimpico, è stato impiegato irregolarmente nel cantiere di un comune dell'Île-de-France, la regione di Parigi, senza ferie né protezione in caso di incidenti.

 

 

«Abbiamo già avuto dei casi di sans-papiers nei ministeri, negli uffici delle imposte e negli enti locali», ha confermato a Libé Fabrice Egalis, sindacalista della Cgt. Già a marzo, come rivelato dal Monde, gli ispettori del lavoro avevano trovato diversi operai in situazione irregolare, assunti dalle aziende che lavorano per i grandi colossi dell'edilizia, come Gcc. Da un altro controllo effettuato il 9 giugno, sono emersi altri casi di immigrati senza documenti sfruttati nei cantieri olimpici. La Procura di Bobigny ha di conseguenza aperto un'inchiesta preliminare per "lavoro dissimulato" e "impiego di straniero senza documenti in banda organizzata".

«Dopo quello che abbiamo vissuto, lo posso dire: ho paura dello Stato francese perché la nozione di giustizia per i lavoratori come noi è sparita», ha testimoniato Yao, ivoriano.

Anche gli ospedali pubblici pullulano di lavoratori non regolarizzati. Come Mimy Tang, proctologa vietnamita di 41 anni. Mimy è sbarcata in Francia nel 2015, perché sognava di lavorare nei più famosi ospedali del Paese. Ma dopo sette anni a servizio dell'Esagono, ha deciso di far sentire la sua voce per denunciare il disprezzo verso i lavoratori immigrati come lei, «l'ipocrisia» dello Stato francese. «Lavoro spesso negli ospedali per sostituire i francesi che vanno in ferie», ha raccontato a Libération.

 

 

La proctologa vietnamita è riuscita a ottenere l'equipollenza dei diplomi necessari all'esercizio del suo mestiere in Francia, ma non ancora a iscriversi all'Ordine dei medici. Per mantenersi in regola, inanella contratti di sostituzione come Ffi (Faisant fonction d'interne), una situazione che più precaria non si può. «Fino a quando non è iscritta all'Ordine dei medici, ha uno status equivalente a quello degli studenti. Quando finisce il contratto, può essere espulsa», ha spiegato a Libé il dottor Éric Tron de Bouchony, memebro dell'Union fédérale médecins, ingénieurs, cadres, techniciens, che cerca di aiutarla nelle sue pratiche. Nel 2019, Mimy Tang è stata oggetto del suo primo Oqft, ossia dell'obbligo di abbandonare il territorio francese. Il secondo decreto di espulsione è arrivato nel 2021. A gennaio del 2023, quanto terminerà il suo ennesimo contratto precario, rischia di riceverne un terzo. «Chiedo alla Francia: perché non rispettate i diritti dell'uomo?», è la domanda di Mimy Tang rivolta al presidente Macron. Che invece di dare lezioni agli altri Paesi e mandare i suoi ministri a dire che l'Italia di Giorgia Meloni è «sotto sorveglianza» sui diritti umani farebbe bene a risolvere i problemi di casa propria. Emmanuel però è più attratto da misure populiste come regalare preservativi ai giovani fra i 18 e i 25 anni. Lo ha deciso ieri... 

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