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Gas, "sta crollando": panico-gelo, cosa accadrà

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Dopo aver toccato un massimo degli ultimi due mesi a 159/MWh, i prezzi del gas sono scesi sensibilmente (138) ma si mantengono ben al di sopra del minimo toccato lo scorso 11 novembre (97,8). Come si spiega questo nuovo rialzo? Innanzitutto con il fattore climatico, dato che i momenti rialzisti sono coincisi prevalentemente con l’abbassamento delle temperature che ha interessato tutta Europa. 

Di conseguenza è aumentata la domanda di riscaldamento e sono diminuite le scorte, quindi rientra nella logica del mercato il rincaro dei prezzi a cui stiamo assistendo. Per le prossime due settimane sono attese temperature ancora più rigide: secondo i modelli previsionali, gran parte dell’Europa dovrà fare i conti con una perturbazione artica, con Regno Unito e paesi nordici che saranno quelli più colpiti. Le riserve di gas sono comunque più piene del normale e le grandi importazioni di Gnl hanno compensato il calo dei flussi di gas dalla Russia, ma le prospettive rimangono difficili. 

Secondo gli esperti del settore, presto la domanda dovrà diminuire e potrebbero anche essere necessarie maggiori importazioni di Gnl per superare l’inverno. Nel frattempo a livello politico si continua a discutere dell’ipotesi di imporre un tetto europeo al prezzo di scambio del gas. Questo è stato un tema trattato anche da Sergio Mattarella e Ursula von der Leyen, che si sono incontrati mercoledì 7 dicembre a Milano. 

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