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Brexit, è già finita? "Così non funziona": l'affondo della Banca d'Inghilterra

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Numeri alla mano il Regno Unito si trova a fare i conti con una vera batosta: l'inflazione. Il tasso annuale è salito al 10,1 per cento, a settembre 2022 dal 9,9 di agosto, allineandosi ai massimi degli ultimi 40 anni di luglio e superando le aspettative del mercato. Il motivo? Per il capo economista della Banca di Inghilterra, Huw Pill, non si può escludere la Brexit. "Penso che questa abbia un ruolo, ma non penso che sia necessariamente l'intera storia, probabilmente solo una parte della storia", ha riferito durante un summit economico.

In sostanza tra le principali motivazioni potrebbe esserci il fatto che l'uscita dall'Unione europea "ha probabilmente ridotto parte della pressione competitiva nel mercato delle merci, perché è semplicemente più difficile importare cose nel Regno Unito dall'Europa". E tutto questo - è il ragionamento dell'analista - ha avuto un effetto a catena su lavoro, produttività e prezzi. Pill stima che la Brexit avrebbe "ridotto di circa tre punti percentuali il livello del potenziale dell'economia",

Non a caso l'economia inglese è diminuita dello 0,2 per cento tra luglio e settembre. Ad aggravare il tutto la mancanza di libera circolazione dei lavoratori che arrivano nel Regno Unito a breve termine o su base flessibile. "Non è che la migrazione sia diminuita, anzi, abbiamo più migrazioni da fonti extra UE di quante ne abbiamo avute in passato. Ma se queste persone siano immediatamente produttive e fungibili nel mercato del lavoro è discutibile". Insomma, se prima "le nostre attuali carenze occupazionali venivano colmate dagli europei, ora non più". Ugualmente allarmanti gli studi condotti dalla London School of Economics che quantificano nuovi danni per le famiglie britanniche con "costi di oltre sei miliardi in più per fare la spesa". 

 

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