Vladimir Putin? "Fine ingloriosa e tragica": costa sta per accadere allo zar
Torniamo a parlare di Ucraina perché la situazione forse sta cambiando, e un negoziato, finalmente, potrebbe avvicinarsi. L'abbandono della città di Kherson da parte dell'esercito russo è, sia pure non dichiarata, una sconfitta durissima per Putin. La città è una di quelle più volte definite da Mosca «russa per sempre» ed è sempre stata uno dei punti decisivi per la vittoria.
Se la ritirata, come sembra, sarà completa, essa certificherà il fallimento dell'invasione, Putin avrà perso la guerra lanciata contro l'Ucraina il 24 febbraio. Dal punto di vista militare l'armata russa è ora tutta asserragliata in trincea, non ha più la forza né la minima possibilità di piegare la resistenza ucraina. Dal punto di vista politico-diplomatico Putin ha perso l'appoggio anche della Cina, il cui leader Xi Jinping gli ha ingiunto di smetterla con le minacce nucleari. Mosca appare dunque in un vicolo senza uscita, e sembra arrivato il momento di far pressione perché riconosca questa nuova scomoda posizione e si acconci a iniziare quei negoziati per la pace che fin qui ha sdegnosamente rifiutato.
Non è affatto facile, né per ora appare probabile, che Putin accetti una simile prospettiva, che comporterebbe inevitabilmente la sua fine politica. Per questo l'azione diplomatica deve essere condotta con grande accortezza, e deve prevedere una via d'uscita accettabile per il leader russo, cosa complicata assai ma indispensabile. Inoltre le trattative dovranno essere condotte innanzitutto con i capi dell'Ucraina, con Zelenskiy, coadiuvato e suggerito dall'Occidente perchè raggiunga il duplice risultato di ottenere il sì di Putin ma anche di impedirgli di ricostituire un esercito che oggi è in fortissima crisi.
Per tutto questo il negoziato non è vicino, ed è necessario che l'esercito ucraino prosegua le sue operazioni d'attacco contro le forze russe, e che l'Occidente continui i rifornimenti, come sta facendo ed è intenzionato a fare: attaccare, indebolire per costringere al negoziato. È simbolo dell'ironia (e della tragicità) della storia che tutto ciò accada a Kherson. La conquista della città da parte dei russi era il risultato militare maggiore di tutta l'invasione. Per ottenerlo Putin aveva sacrificato le vite di decine di migliaia di soldati russi e ucraini, aveva massacrato civili a migliaia, aveva distrutto infrastrutture, fabbriche, ponti, abitazioni. E tutto questo rimarrà il simbolo della sua folle iniziativa, della fine ingloriosa, tragica e disumana del sogno di ridare vita all'Unione sovietica. La storia dimostra tutto questo. Preghiamo col Papa perché almeno ci si possa avviare verso la pace.