Joe Biden? "Cosa gli sta per accadere": indiscrezioni drammatiche
I Repubblicani si sono aggiudicati la Camera, ma la ventilata red wave per ora non c'è stata perché i Democratici hanno retto e il Senato è ancora in bilico. Donald Trump si aspettava molto di più da queste elezioni di Midterm eppure forse non rinuncerà a ricandidarsi «perché il partito è in mano a lui», spiega Lucio Martino, advisor al Guarini Institute-John Cabot University, esperto di politica americana e Public Affairs.
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Alla fine quindi chi ha vinto queste elezioni?
«È presto per dirlo perché non sappiamo come si risolverà al Senato, bisogna aspettare il 6 dicembre quando è fissato il ballottaggio in Georgia tra il candidato democratico, l'uscente Raphael Warnock, e lo sfidante repubblicano Herschel Walker. Sappiamo che la Camera andrà, più o meno come nelle previsioni, ai Repubblicani per una decina di seggi di differenza. Chi si asspettava una red wave ha sbagliato. Del resto, in genere, nelle elezioni di medio termine il partito del presidente perde qualcosa come venticinque seggi ed è quello che sta avvenendo».
Eppure chi pensava che il presidente Biden uscisse fortemente ridimensionato, è rimasto deluso...
«Io credo che per Biden si apriranno comunque momenti difficili perché la Camera in mano ai Repubblicani significa che anche la guida delle commissioni sarà in mano agli avversari del presidente. Tradotto: è molto probabile che alla Camera le commissioni proveranno a indagare Biden, la sua famiglia e sicuramente questo ridimensionerà molto la sua capacità di fare politica e di ricandidarsi nei prossimi due anni».
Fuori lui resta la sua vice Kamala Harris. Perché se ne parla così poco?
««Perché quando si è candidata alla Casa Bianca nel 2019 nei sondaggi non è andata oltre il 3 per cento. Kamala Harris è stata nominata vicepresidente, ma non è una che è in grado di affrontare vittoriosamente una competizione elettorale per la Casa Bianca».
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Invece Trump il 15 novembre forse annuncerà la sua candidatura. Sarà lui lo sfidante repubblicano nel 2024?
«È molto probabile che Trump si ricandiderà martedì prossimo. Per vari motivi».
Sentiamoli.
«Intanto, nonostante l'esito ancora incerto al Senato, in questa tornata di Midterm non si può dire che non ci sia stato un certo successo del suo partito e di alcuni dei suoi uomini più importanti. Poi per lui è importante giocare d'anticipo rispetto a possibili nuove incriminazioni che potrebbero arrivare: scendere in campo prima è la scelta migliore».
In realtà, all'interno del fronte conservatore, molti guardano ad altre figure, primo tra tutti il governatore della Florida DeSantis. Sarà lui il nuovo leader?
«Su scala nazionale DeSantis ha delle vulnerabilità. Ha trionfato in Florida, è vero, ma il suo successo è dovuto a due fattori. Il primo riguarda la migrazione interna di repubblicani che, durante la pandemia, si sono andati a rifugiare in stati democratici dove non c'erano lockdown, primo tra tutti la Florida. Il secondo fattore è la forte componente cubana, specie nella contea di Miami: se storicamente costoro erano considerati democratici, stavolta invece hanno cambiato idea in contrasto all'appiattimento dei dem sui Black lives matter. Questi sono stati due grandi fattori di vantaggio per Marco Rubio e per DeSantis, ma in prospettiva non sono esportabili nel resto degli Stati Uniti».
L'ex vicepresidente Mike Pence potrebbe tentare, secondo lei, la corsa alla Casa Bianca?
«Si, è possibile che Pence decida di candidarsi, quanto a DeSantis, credo che gli tocchi aspettare il 2028».
Quanto hanno influito le tematiche "sensibili": lei ha citato il caso "razzismo" di Black lives matters, ma c'è anche la questione etica sull'aborto.
«I temi che hanno mosso l'elettorale sono stati nell'ordine: l'inflazione, la più alta da 40 anni a questa parte; la criminalità, che sconvolge i centri urbani più importanti, basta guardare New York, dove i Democratici stanno vincendo sì, ma con margini molto bassi. Poi il tema dell'immigrazione clandestina. Certamente possiamo aggiungere l'aborto, ma il dramma di come riempire il carrello della spesa riguarda ogni cittadino americano. Da questo punto di vistale decisioni finanziarie prese dall'amministrazione Biden non hanno certo favorito il risultato elettorale».
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