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Con la sua decisione di sospendere la sua partecipazione all'accordo sul grano ucraino, raggiunto sotto l'egida dell'Onu in Turchia lo scorso 22 luglio, la Russia mette un piatto uno strumento di pressione sull'Europa e sull'Occidente. Con la leva contrattuale del gas e in generale del fossile che diminuisce via via che i Paesi europei trovano altre soluzioni, il nuovo blocco dell'export di grano è a tutti gli effetti un'arma. Il ministero della Difesa di Mosca ha definito necessaria la decisione dopo quello che definisce «attacco terroristico» da parte dell'esercito ucraino alla baia di Sebastopoli all'alba di sabato.
PASSAGGI SICURI - Un attacco, dicono i russi, condotto con il supporto dell'intelligence britannica e con l'ausilio di droni avrebbero attraversato il corridoio per il trasporto dei cereali per far arrivare i droni a Sebastopoli e mettere sotto tiro almeno tre navi della flotta russa nel Mar Nero: «Sono stati lanciati da una nave cargo- spiega il ministero della Difesa russo, rivelando tra le altre cose anche la provenienza di fabbricazione delle armi Specialisti del ministero, insieme a rappresentanti di altre agenzie statali, hanno esaminato i moduli di navigazione dei droni marini di fabbricazione canadese. Sulla base dei dati recuperati dalla memoria del ricevitore di navigazione, è stato stabilito che i veicoli marini senza pilota sono stati lanciati dalla costa vicino a Odessa».
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La Difesa ha infine spiegato che l'analisi della tipologia dei droni subacquei lanciati sulla Crimea è stata possibile grazie al ritrovamento di alcuni pezzi riemersi dalla superficie.
Secondo queste informazioni la Russia ritiene compromesso il grain deal, che per la verità Vladimir Putin aveva più volte lasciato intendere che non sarebbe durato ancora a lungo, sia al Forum economico di Vladivostok a settembre e sia il 13 ottobre nel vertice col presidente turco Erdogan ad Astana. Proprio con lui e col segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres era stata siglata l'intesa entrata in vigore il 1 agosto per il passaggio sicuro di decine di milioni di tonnellate di grano attraverso il Mar Nero, bloccate nei 5 mesi precedenti nei porti ucraini a causa della guerra.
Col passare delle settimane Mosca ha sollevato l'opinione pubblica sul fatto che la maggior parte delle spedizioni di grano concordate nell'accordo siano state destinate a Paesi ad alto e medio reddito. Mentre i Paesi più poveri ricevono solo una frazione delle forniture necessarie.
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In base ai dati attuali, solo 25 navi su 455 che trasportavano grano sono state inviate direttamente o indirettamente nei 20 Paesi con la più accentuata crisi alimentare nel mondo. Il grosso delle spedizioni è stato destinato a Paesi europei (Turchia, Spagna, Italia, Grecia). Per le Nazioni Unite e per l'Occidente le partenze di navi cariche di grano sono un modo per evitare nuovi aumenti del costo del cibo, che certamente rischiano di impattare anche sulle economie più povere del mondo ma hanno un ruolo cruciale anche nella galoppata dell'inflazione in Europa. È proprio questo il "siluro" che la Russia lancia contro il Vecchio Continente.
SCORTA ARMATA - Ora, 20 giorni prima della scadenza naturale di quel patto, 218 navi sono bloccate nel Mar Nero e sebbene Mosca abbia aperto al dialogo, alcuni Paesi come la Lituania hanno addirittura invocato la scorta con navi da guerra per i cargo col grano. Al fronte intanto la "guerra di trincea" prosegue. Le truppe russe sostengono di aver conquistato diverse roccaforti in direzione di Ugledar e ora dominano le alture a sud in Donetsk, dopo un'offensiva sanguinosa guidata dal battaglione Vostok e accompagnata da un massiccio utilizzo di aviazione e lanciarazzi multipli Tos-1. L'avanzamento è in parte confermato da diverse prove video anche se Kiev minimizza soprattutto le perdite umane. Si parla di conquiste nell'ordine delle centinaia di metri più che chilometri, ma che in alcuni settori del fronte possono risultare importanti specie per fare pressione sulle linee di fortificazione ucraine fuori Donetsk davvero inespugnabili.