Mosca, il sindaco: "Stracciate la cartolina di precetto"
A distanza di poche settimane dall’annuncio della mobilitazione parziale da parte di Vladimir Putin, il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, ne ha comunicato la cessazione – almeno per quanto riguarda la sua città. Il sindaco ha avvertito i cittadini dell’annullamento delle cartoline di precetto inviate a domicilio tramite il sito web della città. Nella comunicazione si legge: "Stimati moscoviti. Quando il sindaco scrive, lo fa per dare buone notizie. La mobilitazione parziale è finita, almeno e per ora soltanto nella capitale. Non nei prossimi giorni, ma da subito. Gli obiettivi sono stati raggiunti". Il messaggio di Sobjanin è stato pubblicato nella giornata di lunedì 17 a mezzogiorno, mentre la chiusura di tutti i centri di reclutamento era prevista per le 14, appena due ore dopo. A quanto pare, dunque, la validità delle cartoline di precetto inviate nel corso della mobilitazione sarebbero cessate con effetto immediato.
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Del resto, Putin lo aveva anticipato tre giorni fa, al termine del vertice di Astana, quando aveva dichiarato che entro due settimane tutto si sarebbe concluso. Soprattutto, lui stesso non aveva negato i problemi avvenuti durante la chiamata alle armi, come la convocazione, per errore, di uomini più anziani o inesperti. "C’è stata grande confusione, legata ai vecchi registri di immatricolazione che non sono stati aggiornati per decenni. Abbiamo capito la situazione solo quando è cominciata la fase operativa della mobilitazione": queste le parole di Putin.
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Gli attivisti dell'opposizione, però, non hanno esitato a manifestare scetticismo sui social. Molti hanno accusato Sobyanin di mentire, sostenendo che gli uomini rischiano ancora di essere convocati. Altri hanno fatto notare che, con questo annullamento, si dà ragione a chi ha fatto di tutto per sfuggire al reclutamento, ossia a quei centinaia di migliaia di uomini in età di leva che hanno lasciato la Russia sin dall’inizio. Per combattere in Ucraina sono infatti partite solo 32.000 persone, l’un per cento scarso dei residenti idonei, a fronte dei 300.000 uomini annunciati da Putin. Tra l'altro, la città metropolitana di Mosca è anche la zona più colpita dalla fuga di massa all’estero per evitare l’arruolamento. Insomma, con questa mossa sembra proprio che l’amministrazione di Mosca, sotto la guida del Cremlino, stia in qualche modo dicendo di tornare indietro e che tutto è perdonato.