"Dottrina Surovikin": il vero (terrificante) piano del macellaio di Putin
Le bombe sganciate su Kiev e su diversi centri abitati dell’Ucraina rientrano nella “dottrina Surovikin”. La definisce così Repubblica, che dà conto della spietata missione affidata al generale Serghei Surovikin: i vertici della Difesa gli hanno chiesto di ribaltare la situazione sul campo a ogni costo e di chiudere la partita il prima possibile, perché il consenso dell’élite e dei semplici cittadini nei confronti dell’operazione militare speciale sta diminuendo giorno dopo giorno.
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Da questo punto di vista per Vladimir Putin è stato devastante il mese di settembre, che ha visto gli ucraini lanciarsi in una controffensiva che ha prodotto risultati enormi. Una controffensiva che è ancora in corso sull’intero fronte, ma guai a dare per finita la Russia: anzi, come si evince dal bombardamento dell’altro giorno, a Mosca sono pronti ad alzare ulteriormente il livello dello scontro, con la consapevolezza di dover ricorrere a ogni mezzo per evitare una sconfitta sul campo.
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“Gli strateghi di Putin non hanno alternative - si legge nell’analisi di Repubblica - se non intensificare gli sforzi sulle tre direttrici che caratterizzano l'invasione sin dall'inizio. Cercare il successo sul campo. Tentare di terrorizzare la popolazione ucraina. Spingere l'Occidente a intavolare negoziati, aumentando la minaccia di escalation con ogni strumento. Finora non sono riusciti a ottenere risultati. E per questo ieri hanno deciso di rendere ancora più drammatica la sfida al mondo”.