Internet e carte di credito, raid negli abissi: così la Russia può scatenare il caos
Non solo l'Ucraina e l'Occidente, nel mirino della Russia ci sarebbero anche le reti sottomarine. Infrastrutture fondamentali per l'energia, ma soprattutto per i collegamenti digitali, quelli che ci consentono di comunicare più volte al giorno tutti i giorni anche a migliaia di chilometri di distanza. Parliamo insomma di dati e telefonate. Quello che si nasconde sotto l'acqua è un groviglio con oltre 1,1 milioni di chilometri di fibra ottica. "Ogni giorno 10 milioni di milioni di transazioni finanziarie passano lungo questi cavi stesi sotto gli oceani, totalmente privi di protezione", si legge su Repubblica.
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Il quotidiano diretto da Molinari spiega anche che spezzare questi cavi "è facilissimo, non serve neppure l’esplosivo: basta una squadra di sommozzatori o un batiscafo, può riuscirci persino uno dei tanti droni subacquei che i russi sperimentano da anni". La facilità di operare sui fondali è stata dimostrata anche dal recente sabotaggio dei gasdotti Nord Stream. Questi ultimi si trovano in acque internazionali continuamente controllate dalla Nato. Ieri, però, l’allarme è scattato solo dopo la fuga di metano, quando era ormai troppo tardi per intervenire.
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Anche il quadro giuridico appare poco chiaro: "Colpire un’infrastruttura sommersa in acque internazionali rappresenta un atto di guerra?", si chiede Gianluca Di Feo su Repubblica. Di recente alcuni giuristi sarebbero giunti alla conclusione per cui un'aggressione cyber contro un cavo in fibra ottica non può essere considerata motivo di dissidio. I russi, insomma, potrebbero davvero decidere di manomettere le reti sottomarine senza per questo essere considerati responsabili. Il rischio è che possa succedere nell’Atlantico, dove si interromperebbe così il traffico di dati con gli Usa, o anche nel Mediterraneo, dove invece potrebbe essere sabotato il condotto del gas algerino.
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