Dmitrij Suslov: "Preparatevi al 2023. Quando e come scatta la guerra mondiale nucleare"
Dobbiamo prepararci al 2023. Dmitrij Suslov, direttore del Centro di studi europei e internazionali presso la Scuola superiore di Economia, uno dei più importanti istituti russi dove viene pensata la politica estera del Cremlino, afferma in una intervista a Il Corriere della Sera, che Vladimir Putin quando dichiara che è pronto "usare tutti i mezzi militari a disposizione", allude anche alle armi nucleari tattiche ma "non come arma di prima istanza, né nel breve periodo. Da parte russa l'impiego delle bombe atomiche tattiche rimane un'arma di deterrenza. Il riferimento di Putin è uno strumento retorico per forzare l'Occidente a non aumentare, anzi a ridurre l'aiuto militare a Kiev e per dissuaderlo dall'entrare direttamente in guerra, per esempio spiegando truppe nelle regioni occidentali dell'Ucraina o altrove, specialmente quando l'aumento delle forze russe costringerà le forze ucraine a ritirarsi".
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In questo senso va letta la mobilitazione parziale annunciata dallo zar: "La Russia non può vincere questa guerra solo con un corpo di spedizione numericamente inferiore all'avversario: a Kharkiv parliamo di un rapporto di 1 a 8 a favore degli ucraini e questo ne spiega il successo. La scarsezza di personale è stata la principale debolezza russa in questa campagna e ora è chiaro che rischiamo di non poter più tenere neppure i territori rimanenti, a meno di una escalation della presenza militare.
La mobilitazione, sia pur parziale, è un atto obbligato". Ed è accompagnata dai referendum per l'annessione dei territori occupato "per due ragioni. Primo, per giustificare la mobilitazione: le persone saranno molto più motivate se sanno di combattere una guerra difensiva invece che aggressiva. Non è più un'operazione militare speciale in territorio straniero, ma una guerra patriottica per difendere e proteggere la madrepatria, la sua indipendenza e integrità territoriale. La seconda ragione è il tentativo di forzare l'Occidente collettivo al tavolo negoziale". Putin poi "considera Stati Uniti e Alleanza Atlantica avversari in questa guerra. Dopo i referendum, il rischio di una Terza guerra mondiale aumenterà in modo esponenziale. Una volta annessi i quattro territori, ogni missile occidentale che li colpisce verrà considerato una dichiarazione di guerra. E mi chiedo se l'Occidente accetterà il rischio di un conflitto mondiale, continuando l'attuale massiccia fornitura di armi a Kiev, oppure se accetterà di ridimensionarla".
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Ora, conclude Suslov abbiamo davanti due scenari possibili. "Il primo è una trattativa con Stati Uniti e Nato, senza l'Ucraina, subito dopo l'annuncio di Mosca che i quattro territori sono russi. Il secondo è molto peggiore. La Russia continua la mobilitazione, che non cambierà la situazione sul terreno in una notte. Ci vorranno tre o quattro mesi perché le nuove truppe siano pienamente operative al fronte. Alla fine di quest'anno o all'inizio del prossimo l'esercito russo lancerà la sua controffensiva. A quel punto tutto dipenderà dalla disponibilità dell'Occidente a negoziare, dallo stato di esaustione delle parti, da come l'Ucraina sopravviverà nei prossimi mesi con un'infrastruttura economica e civile distrutta, da come l'Europa supera l'inverno, dall'effetto cumulativo delle sanzioni sulla Russia».