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Polonia, i russi sconfinano: si alzano in volo i caccia italiani

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Parola d'ordine: non cadere nelle provocazioni di Vladimir Putin. È questa la linea dettata dalla Nato nel quartier generale a Bruxelles, invitando tutti a non rispondere alle minacce russe. Le ultime che riguardano l'utilizzo di armi atomiche. Eppure, nonostante la cautela, l'Alleanza atlantica non intende farsi trovare impreparata. Tra le mosse studiate per incrementare la deterrenza, ci sarebbe quella di rinforzare la presenza navale nel Mediterraneo. Stando a Repubblica, la Nato pensa di spostare unità al momento dislocate nel Pacifico. Il motivo? Aumentare la disponibilità dei missili Tomahawk, dotati proprio di dispositivi nucleari. Una scelta che andrebbe di pari passo con l'invio di aiuti all'esercito ucraino, come i missili Atacms a lunga gittata. 

 

 

D'altro canto non ci sarebbe la necessità di accrescere la presenza militare ai confini. D'altronde il richiamo dei 300 mila riservisti viene considerato inoffensivo: si tratta di soldati male addestrati e male equipaggiati. In tutto questo anche l'Italia fa la sua parte, confermando la sua presenza in Bulgaria, Ungheria, Lettonia e Polonia. Non è un caso che i nostri Eurofighter siano stati trasferiti nella base aeronautica vicino Danzica.

 

 

Solo legno ultimi giorni i caccia hanno dovuto fronteggiare per ben quattro volte lo sconfinamento nello spazio aereo polacco da parte dei Mig russi. Il sospetto, dato che non c'è stato alcuno scontro, è che Mosca abbia tentato di provare le forze e i tempi di reazione. Non manca poi l'ultimo fronte su cui si focalizza la Nato: un altro pacchetto che comprende il tetto al prezzo del petrolio, dal primo gennaio bandito. La speranza? Che la Cina interceda per convincere Putin a porre fine alla guerra. 

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