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Donbass, il referendum: "Costretti a votare da gruppi armati"

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Al via i referendum nelle regioni russofone di Luhansk, Zaporizhzhia e Donetsk: si voterà per i prossimi cinque giorni. Votazioni in corso anche a Kherson, quasi completamente controllata da Mosca. Stando a quanto raccontato dai funzionari messi dalla Russia nelle zone occupate, saranno proprio loro a portare le schede nelle case delle persone e ad allestire seggi elettorali improvvisati. Questo accadrà nei primi quattro giorni di voto. Solo martedì 27 settembre gli elettori saranno invitati a presentarsi alle urne. L’agenzia Tass ha fatto sapere anche che a causa di scadenze brevi e "problemi tecnici", "si è deciso di utilizzare le tradizionali schede elettorali cartacee e di astenersi dall'usare il voto elettronico".

“Oggi non esiste alcuna azione legale chiamata ‘referendum’ nei territori occupati - ha ribadito il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak -. C’è solo uno spettacolo di propaganda per la coscrizione Z. E c’è il territorio dell’Ucraina che necessita di essere immediatamente liberato”. La posizione ucraina, insomma, è chiara.

Kiev denuncia addirittura che ci sarebbero dei gruppi armati che costringono le persone a votare.  A parlare è il governatore ucraino della regione di Lugansk, ora in esilio, Sergey Gaidai: “Gli occupanti russi hanno organizzato gruppi armati per circondare le abitazioni e costringere le persone a partecipare al cosiddetto ‘referendum’. I cittadini sono stati minacciati: ‘Coloro che non parteciperanno alla votazione verranno automaticamente licenziati dal lavoro’. E le autorità hanno vietato alla popolazione locale di lasciare la città tra il 23 e il 27 settembre”. Non è un caso che la comunità internazionale abbia parlato fin da subito di una vera e propria “farsa”. E il timore è che sia una sorta di "lasciapassare" per usare la bomba atomica: il sospetto, tragico, è che sia questo il vero obiettivo di Vladimir Putin.

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