Markov da Formigli, "così Putin ci porterà alla guerra nucleare"
"Come finirà la guerra? Credo che ancora per un anno ci sarà una guerra sempre più pesante con uso imprevedibile di possibili mezzi, compresa l'arma nucleare". Sergej Markov, ex consigliere di Vladimir Putin, interviene in collegamento con Corrado Formigli a Piazzapulita, su La7, e non nasconde lo stato di allerta massima che si respira anche a Mosca, dalle parti del Cremlino.
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La mobilitazione annunciata dal regime russo prelude a una escalation della tensione internazionale e qualcuno interpreta i referendum per l'annessione dei territori occupati in Ucraina l'alibi perfetto per Mosca per utilizzare la condanna di Kiev, Nato e Unione europea come "aggressione al proprio territorio nazionale". E come noto da mesi, la percezione del "pericolo esistenziale" per lo Stato russo potrebbe permettere a Putin di dispiegare armi atomiche, sia pure "strategiche" e di medio raggio. Le minacce a Usa e Ue però, in questo senso, non fanno presagire nulla di buono.
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"Siamo in una situazione in cui il conflitto ibrido tra la Russia e la Nato può trasformarsi in scenari imprevedibili in cui i leader non controlleranno più la situazione. E questo può portare al conflitto nucleare", sono le parole di Markov, eternamente in bilico tra analisi lucida e propaganda filo-russa. "Le sanzioni non funzionano - aggiunge l'ex pezzo grosso del Cremlino -. Hanno funzionato solo per i ricchi che da Mosca vanno all'estero". E sul voto italiano chiosa: "Io personalmente stimo Silvio Berlusconi, ma sono di sinistra e quindi tifo per i partiti progressisti anche se perderanno. Alla fine vincerà la Meloni, mi piace perché ha lavorato con Berlusconi ma non mi piace la sua linea filo-atlantista. Il governo uscente invece non era un buon governo, perché non era il governo degli italiani ma era il governo dei burocrati di Bruxelles".