Regina Elisabetta, i funerali: quel biglietto di Re Carlo sulla bara
Si sa i re e le regine non piangono in pubblico. Trincerati dietro una spessa corazza di apparenze non è facile vederli abbandonarsi alle emozioni in contesti pubblici. Ma ci sono occasioni che non è facile restare impassibili al dolore. È successo anche a Re Carlo oggi al funerale della madre, la Regina Elisabetta. All'ingresso dell'Abbazia di Westminster: il nuovo monarca si è asciugato furtivamente una lacrima prima di cominciare ad accompagnare il feretro nella processione che ha guidato il corteo fino all'altare centrale.
Le telecamere che hanno seguito la diretta hanno a lungo indugiato sulla bara della regina Elisabetta II, coperta dallo stendardo reale, inquadrando la corona di fiori raccolti in alcune delle residenze reali, Buckingham Palace, Clarence House e Highgrove. Ma c'è anche un messaggio personale di Carlo, scritto a mano. Il re ha voluto anche un altro particolare: per comporre la corona fiori non è stata usata la schiuma, ma un "nido" di muschio e quercia, proprio su richiesta di Carlo, notoriamente molto attento all'ambiente. Tagliati dai giardini di Buckingham Palace, Clarence House e Highgrove House - tutte case che la regina amava, l'ultima il 'buen retiro' del re nel Gloucershire - i fiori e il fogliame sono stati scelti per il loro simbolismo. Il mirto, un simbolo di matrimonio felice e duraturo come fu quello della regina con Filippo di Edimburgo, è stato tagliato da una pianta cresciuta da un rametto che era nel bouquet da sposa di Elisabetta II.
Commozione profonda anche tra i banchi della Royal Family: durante la lettura di un brano della scrittura affidata alla baronessa Patricia Scotland, alta diplomatica britannica e segretaria generale del Commonwealth, si è visto il principe Edoardo, quartogenito della sovrana, asciugarsi vistosamente qualche lacrima dagli occhi con un fazzoletto bianco. Edoardo siede nella primissima fila, al lato del catafalco su cui è appoggiata la bara di sua madre, accanto a re Carlo con la consorte Camilla; alla principessa Anna, secondogenita reale con il consorte Tim Laurence; e alla propria consorte Sophie. Impeccabili i principini George e Charlotte, bisnipoti della sovrana, che hanno seguito il feretro lungo la navata centrale all'interno dall'abbazia per poi sistemarsi con la regina Camilla e con le altre consorti dietro re Carlo, i suoi fratelli e i suoi figli.
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Il reverendo David Hoyle ha aperto la liturgia dopo il canto di un primo inno solenne, ricordando con la voce inizialmente incrinata dall'emozione il valore simbolico dell'abbazia di Westminster nella lunga vita di Elisabetta II: che qui fu unita in matrimonio con il principe Filippo ancora da principessa ereditaria nel 1947 (inaugurando quella che sarebbe stata un'unione durata 73 anni); e sempre qui fu incoronata solennemente regina nel giugno del 1953, poco più di un anno dopo essere salita sul trono britannico 26enne alla morte di suo padre, re Giorgio VI: il sovrano legato con Winston Churchill alla vittoria nella Seconda Guerra Mondiale.