Berdyansk, blitz ucraino: "Li abbiamo ammazzati", Putin umiliato ancora
Giorni di rara ferocia al fronte in Ucraina, dove la tragedia della guerra, imperterrita, continua. Così come continua la risposta dell'esercito di Kiev all'invasione russa: non solo la controffensiva con cui sono stati riguadagnati chilometri e posizioni. Già, perché oggi, venerdì 16 settembre, gli ucraini hanno messo a segno un importante colpo a Berdyansk.
Nella città portuale dell'Ucraina sud-orientale, nella regione di Zaporizhzhia, sono stati uccisi il vice capo dell'amministrazione locale filo-russa e sua moglie, che guidava la commissione elettorale territoriale: la notizia è stata rilanciata e confermata dalle agenzie di stampa russe. "Oleg Boyko e sua moglie Lyudmila sono stati uccisi vicino al loro garage", hanno riferito le autorità locali. Nella giornata di oggi altri attentati hanno ucciso figure di spicco delle amministrazioni installate dai russi nei territori conquisti in Ucraina: a Lugansk, in Donbass, sono morti in un'esplosione il procuratore generale e la sua vice. Insomma, la contraffensiva si fa mirata, ad-personam, brutale. E continua a infliggere durissimi colpi d'immagine alla Russia e soprattutto a Vladimir Putin.
Nel frattempo, continuano a filtrare conferme sugli orrori degli invasori russi. Si parla in primis della enorme fossa comune rinvenuta a Izium: si è appreso che la maggior parte dei 450 corpi scoperti nelle fosse ritrovate nella città: lo ha confermato il capo della polizia locale, Igor Klymenko. La polizia ha le prove che tra le vittime ci siano anche militari, i cui corpi però ancora non sono ancora stati riesumati.
Le forze di sicurezza hanno anche denunciato la scoperta di "10 stanze della tortura" nelle aree liberate della provincia di Kharkiv, dove si trova Izium. "Posso parlare della presenza di almeno centri di tortura", ha riferito il capo della polizia Igor Klymenko, precisando che due sono stati trovati a Balakliya, nel nord-est.