Vladimir Putin umiliato a Samarcanda: immagini pazzesche dal vertice
Come cambia la storia: fino a pochi mesi fa Vladimir Putin aveva l'abitudine di presentarsi agli incontri politici in studiato ritardo. Di questi tempi è invece il leader del Cremlino a dover sottostare ai capricci altrui: a luglio fu Erdogan a farlo attendere, ieri Vladimir Vladimirovich è rimasto in piedi per un buon mezzo minuto in attesa che il presidente kirghizo Sadir Japarov si decidesse a stringergli la mano.
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Ma nella Samarcanda che mille anni fa era crocevia commerciale della Via della Seta, li presidenti russo ha incassato anche significativi successi. In particolare, dall'incontro con Xi Jinping, il primo dall'inizio della guerra in Ucraina. Stringendo la mano a Xi nella città dell'Uzbekistan a margine del vertice della SCO, l'Organizzazione di Shanghai che raccoglie vari paesi eurasiatici attorno all'asse russo-cinese, Putin ha detto: «Vogliamo un ordine mondiale multipolare basato sulle Nazioni Unite, non su regole che qualcuno cerca di imporre ad altri. Il tentativo occidentale di creare un mondo unipolare è inaccettabile perla maggioranza del pianeta».
Putin spalleggia i cinesi sulla questione di Taiwan, l'isola che Pechino vorrebbe annettere, ricambiando il favore per l'appoggio cinese ai russi nel conflitto ucraino. Lo "zar" ha fatto a Xi i suoi auguri per il prossimo congresso del Partito Comunista Cinese, il 16 ottobre, che ne sancirà un terzo mandato.
Xi ha definito Putin «caro vecchio amico», promettendo di «approfondire la cooperazione nel commercio, nell'agricoltura, nella connettività e in altri campi». Avendo le spalle coperte dal gigante cinese, la Russia sembra poco vulnerabile alle sanzioni occidentali.
LA CINA COMPRA IL GAS
Ieri Gazprom ha annunciato che il suo export di gas in Cina, gestito con la cinese CNPC, ha segnato "nuovi record", senza contare che per i pagamenti usano rubli e yuan per emarginare il dollaro. Nelle stesse ore, nel Mare di Okhotsk, a Nord del Giappone, le flotte russa e cinese iniziavano nuove esercitazioni militari congiunte, con varie navi tra cui, da parte russa la fregata Marshal Shaposhinkov e le corvette Tsydenzhapov, Perfect e Gromky, e da parte cinese il cacciatorpediniere Nian Chang e il pattugliatore Yang Chen. Putin era arrivato a Samarcanda qualche ora dopo Xi, che nel frattempo ha firmato col presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev un accordo per investimenti pari a 15 miliardi di dollari.
La SCO comprende vari paesi asiatici, fra cui l'India, il cui premier Narendra Modi è arrivato in serata, e dimostra che la Russia non è isolata. I Paesi SCO rappresentano il 40% della popolazione mondiale e il 30% del Pil globale. Alla SCO ha chiesto formale adesione l'Iran, finora solo "osservatore", e il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha detto a Putin: «La collaborazione rende più forte chi è sanzionato dagli Usa». A riprova, Mosca ha annunciato che settimana prossima arriveranno a Teheran delegati di 80 grandi aziende russe per fare affari. Oggi sono attesi bilaterali del presidente turco Recep Erdogan con Putin e Xi. Il "sultano" ha promesso allo "zar" l'applicazione integrale degli accordi sull'export del grano dal Mar Nero, affinchè partano anche i cereali e fertilizzanti russi, non solo quelli ucraini. Erdogan e Putin parleranno anche degli scontri fra Armenia e Azerbaijan. Pur entrambi invitati a Samarcanda, solo il presidente azero IlhamAlyiev ha accettato, mentre il premier armeno Nikol Pashinyan ha disertato il vertice.
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I DILEMMI DELL'INDIA
Interessante è la posizione dell'India, amica della Russia, ma guardinga verso la Cina, nonostante segni di distensione. La Federazione indiana export ha confermato che presto i commerci russo-indiani avverranno in rubli e rupie, snobbando dollaro ed euro. Ma l'India ha anche reso noto d'aver tenuto esercitazioni navali insieme al Giappone alle isole Andamane, segnale verso la penetrazione cinese nell'Oceano Indiano.