Putin e Xi Jinping, nasce l'anti-Nato: l'inquietante patto di Samarcanda
Le difficoltà militari sul fronte ucraino non sembrano scoraggiare la Russia, a cui l'alleata Cina ribadisce il sostegno in previsione del vertice della SCO, Shanghai Cooperation Organization, previsto fra domani e venerdì a Samarcanda, in Uzbekistan. Sostegno interessato, perché i cinesi acquisiscono sempre più credito geopolitico ed economico presso il Cremlino profittando delle sanzioni inflittegli dall'Occidente. Di fatto, Stati Uniti ed Europa, emarginando la Russia la spingono fra le braccia della Cina ancor più di quanto già accadeva negli anni scorsi. La Cina ringrazia, con i russi al suo fianco consolida un blocco alternativo all'Occidente per costruire il mondo multipolare, anelato dalla stessa Russia, che archivi l'egemonia Usa. E i due presidenti, Vladimir Putin e Xi Jinping, ne parleranno nell'antica città carovaniera dell'Asia Centrale, ricchissima quando l'America non era stata ancora scoperta. Ieri il capo Affari esteri del Partito comunista cinese, Yang Jiechi, ha così lodato la portata epocale dell'asse Russia-Cina: «Collaboriamo con la Russia per salvaguardare interessi comuni e promuovere lo sviluppo dell'ordine internazionale in una direzione più giusta e razionale».
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Yang era reduce da un incontro di commiato con l'uscente ambasciatore russo in Cina, Andrey Denisov, che ha terminato ieri il suo incarico, che durava dal 2013. Putin ha decretato come suo nuovo plenipotenziario a Pechino nientemeno che Igor Morgulov, che dal 2011 fino a ieri è stato uno dei sette viceministri che assistono il titolare degli Esteri, Sergei Lavrov. Tutto è pronto, insomma, per un summit Putin-Xi a margine della conferenza della SCO, l'organizzazione, fondata fin dal 2001 a Pechino, che raggruppa attorno all'asse cino-russo altri sei paesi asiatici, fra cui un gigante come l'India, e che, fra osservatori e ospiti, abbraccia anche Iran, Bielorussia e Turchia. Per il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, l'incontro Putin-Xi verterà sulla guerra in Ucraina: «Il presidente Putin discuterà nei dettagli la situazione in Ucraina con il presidente cinese Xi a Samarcanda. La Cina ha un approccio equilibrato alla crisi ucraina e comprende le ragioni che hanno costretto la Russia ad avviare l'operazione speciale».
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Comprensione motivata dai commerci reciproci e dal sostegno russo a Pechino nelle mire su Taiwan. Proprio ieri, dopo che in agosto vari politici americani avevano visitato l'isola che i cinesi vogliono annettersi, cinque deputati taiwanesi sono andati a Washington. Da parte cinese, sull'incontro con Putin c'è più riserbo. La portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning ha detto: «Al momento non ho informazioni da dare, le daremo se ci saranno». La Mao ha però precisato che «la missione in Kazakistan e Uzbekistan è la più importante attività diplomatica cinese alla vigilia del XX Congresso del Partito comunista». Oggi, prima di arrivare domani a Samarcanda, Xi sarà nel vicino Kazakhstan, mentre vi si svolge anche la visita di Papa Bergoglio, il quale si è detto «contrario a blocchi contrapposti» e «pronto ad andare in Cina».