Lafont, il vescovo che si porta a letto i migranti: "Cosa mi costringeva a fare", accuse pesanti
L'ex presidente del Sudafrica Nelson Mandela elogiava spesso il «coraggio» e l'«amore per i più poveri» di Emmanuel Lafont, l'unico prete bianco a vivere nelle bidonville dei neri di Soweto tra il 1984 e il 1994. Chi dunque poteva immaginare che un giorno l'ex «parroco di Soweto» sarebbe stato oggetto di accuse pesantissime? Colui che fu vescovo della diocesi di Caienna (Guyana francese) tra il 2004 e il 2020 è stato infatti denunciato per "abuso di debolezza" il 18 marzo 2021 da José, un richiedente asilo originario di Haiti.
Ma non solo. Secondo quanto riferito al settimanale Marianne da Samuel Finielz, ex procuratore della Repubblica di Cayenne, è stata anche aperta un'inchiesta preliminare per «tratta di essere umani aggravata», «favoreggiamento dell'immigrazione clandestina» e «appropriazione indebita aggravata». L'ex vescovo è sospettato di aver offerto fra il 2019 e il 2020 alloggio, promesse di documenti e diversi regali al migrante di 27 anni, in cambio di rapporti sessuali, stando a quanto riportato da Marianne. L'elemento che ha spinto i magistrati francesi ad aprire un'inchiesta preliminare è avvenuto il 19 ottobre 2020. Il vescovo sporge denuncia contro il suo ospite in diocesi José per violenze, in seguito a un'accesa discussione tra i due. Pochi giorni dopo, l'alto prelato compie 75 anni. E come imposto dal diritto canonico, presenta le sue dimissioni per raggiunti limiti d'età: dimissioni che papa Francesco accetta.
Alla polizia, tuttavia, il migrante haitiano fornisce una versione completamente diversa. «Da quando mi sono stabilito nella diocesi, ho dovuto obbedirgli. Si arrabbiava quando gli veniva detto 'no' a un rapporto sessuale», ha raccontato José al quotidiano La Croix in un articolo del 6 aprile 2021, descrivendo le fellatio che era costretto a fare su richiesta del vescovo davanti alla televisione. Nelle stesse colonne del quotidiano cattolico, l'ex militante anti apartheid negò categoricamente, dicendo di non aver avuto alcuna relazione sessuale con il migrante haitiano. Ma tre nuove testimonianze riportate da Marianne in questi giorni aggravano la situazione dell'ex parroco di Soweto, confermando la versione di José. La più scioccante è quella di Catherine, impiegata della diocesi di Caienna, che il 5 maggio 2021, come riferisce Marianne, ha dichiarato alla polizia giudiziaria di aver ricevuto le confidenze di un profugo omosessuale, un tale Felix. «Mi ha detto di aver avuto diversi rapporti sessuali con mons. Lafont. E siccome non voleva più avere questi rapporti, è stato punito», ha testimoniato Catherine agli inquirenti, aggiungendo che il monsignore gli aveva chiesto di pagare un affitto di 300 euro, ma Félix si era rifiutato di pagare quella cifra ritenendo che si trattasse «della somma che riceveva peri rapporti sessuali con il prelato».