Sanzioni, ecco gli effetti sulla Russia: le cifre nel report che terrorizza la Ue
Male ma poteva andare peggio. Il Pil della Russia si contrarrà quest'anno del 2,9 per cento, con un ulteriore calo dello 0,9 previsto per il 2023, secondo quanto annunciato dal ministero per lo Sviluppo economico citato dalla Tass. Si tratta di contrazioni molto inferiori a quelle previste all'inizio della guerra in Ucraina, che lasciano spazio a "un moderato ottimismo", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: "Un lavoro enorme è in corso per stabilizzare l'economia nonostante le azioni ostili contro di noi". Per il Cremlino una ripresa potrà già essere possibile verso l'ultimo trimestre del 2022, secondo le stime del dicastero, ma solo nel 2024 si dovrebbe avere un ritorno alla crescita, con un rimbalzo pari al 2,6 per cento.
In realtà, le sanzioni contro la Russia, che costano alle imprese occidentali, da quando è iniziata l'invasione dell'Ucraina, 72 miliardi di euro, massacreranno il Paese. I numeri snocciolati da La Stampa che riprende quelli della società d'intelligence economica Refinitiv, rilanciati anche dal Wall Street Journal, sono questi: "140 miliardi di euro, il surplus commerciale di Mosca da inizio anno a oggi. Ottantasette miliardi di euro, il valore delle importazioni pagato dall'inizio del conflitto a oggi per le importazioni di combustibili fossili dall'Ue. Ma anche, ed è la cifra maggiore, circa duecento miliardi di dollari, moltiplicato per due. Quindi 400 miliardi. Quest'ultima è la cifra, stimata dalla Banca mondiale, che testimonia il collasso dell'economia russa nel 2022 e nel 2023".
Non solo. Secondo l'Institute of international finance (Iif), gli effetti delle sanzioni si vedranno più avanti per quelle introdotte dall'Europa "sono diventate effettive, in molti casi, solo nel corso dell'estate. Era noto, e fra poche settimane si vedrà l'impatto". Dopodiché "gli effetti macroeconomici saranno netti". Secondo la Banca mondiale, nel 2022 il pil russo "dovrebbe diminuire di oltre l'11%, il calo più consistente dal crollo dell'Unione sovietica". E nel 2023 potrebbe andare peggio. Con l'inflazione al 22 percento.