Putin, dopo il "suicidio" di Maganov minaccia lo stop del petrolio: una coincidenza?
Mosca è pronta a interrompere le consegne di petrolio e prodotti petroliferi ai Paesi che imporranno un tetto ai prezzi del petrolio russo. L'avvertimento è arrivato dal vice primo ministro, Aleksandr Novak. "Semplicemente non forniremo il nostro petrolio e i nostri prodotti petroliferi a società o Paesi che imporranno restrizioni, poiché non lavoreremo a condizioni non di mercato", ha affermato Novak. Come riportato in precedenza, domani 2 settembre i ministri delle Finanze dei Paesi del G7 intendono discutere la possibilità di fissare un prezzo massimo per il petrolio russo.
La decisione del Cremlino arriva a poche ore dalla misteriosa morte del vicepresidente del consiglio di amministrazione di Lukoil, Ravil Maganov, caduto dalla finestra del Central Clinical Hospital. Il manager, 64 anni, aveva lavorato a Lukoil sin dal 1993. Era a capo del board dal 2020, ed era uno dei più stretti collaboratori di uno dei fondatori della società, Vagit Alekperov.
Lo scorso marzo il board del colosso petrolifero, presieduto proprio da Manganov, aveva chiesto pubblicamente, con un comunicato, "la rapida fine del conflitto armato" in Ucraina, esprimendo "sincera vicinanza a tutte le vittime". Nel comunicato si leggeva: "Supportiamo, con forza, la ricerca di un cessate il fuoco duraturo e una risoluzione dei problemi tramite negoziazioni serie e sforzi diplomatici. Lukoil, in tutte le sue attività, aspira a contribuire alla pace, alle relazioni internazionali, ai legami umanitari". Parole che sicuramente non erano state apprezzate da Vladimir Putin.