Darya Dugina, Natalia Vovk e l'ombra del battaglione Azov sull'attentato
Farebbe parte del battaglione Azov Natalia Vovk, la 43enne ucraina accusata dalla Russia di avere ucciso Darya Dugina, la figlia dell'ideologo di Putin, morta in un attentato a Mosca. Lo sostengono alcuni siti russi legati al Cremlino, che mostrano immagini di quello che sostengono essere un documento di identità che qualifica la Vovk come un membro del battaglione.
Secondo Mosca, la donna ucraina responsabile dell'attentato avrebbe affittato un appartamento nello stesso palazzo in cui viveva la vittima. Per l'intelligence esterna russa, l'omicidio della figlia di Alexander Dugin "è stato commesso e preparato dai servizi speciali ucraini". I servizi segreti russi, che considererebbero chiuso il caso, sono scesi nel dettaglio. In una nota hanno fatto sapere che la 43enne sarebbe arrivata in Russia il 23 luglio scorso insieme alla figlia dodicenne. Le due avrebbero partecipato al festival "Tradizione" a cui erano presenti Aleksandr Dugin e la figlia e a Mosca avrebbero alloggiato in un appartamento che si trova nello stesso condominio in cui risiedeva Dugin. La Vovk, poi, avrebbe usato una Toyota Land Cruiser per seguire la giornalista.
La donna avrebbe già lasciato la Russia e sarebbe giunta in Estonia. La Guardia nazionale ucraina, nel frattempo, smentisce le notizie diffuse dai media russi sull'appartenenza della 43enne al battaglione Azov. L'accusa ai "propagandisti russi" è di "cercare di giustificare con i propri cittadini la precedente decisione di considerare un'unità della Guardia nazionale dell'Ucraina come organizzazione terroristica, mostrando ai russi 'i crimini commessi da Azov' sul territorio della Federazione russa": questa la dichiarazione della Guardia nazionale su Facebook. L'Estonia invece ha fatto sapere di non aver ricevuto una "richiesta ufficiale" di estradizione dalle autorità russe su Natalia Vovk.