Waterloo, gli eroi morti? Finiti in una tazza di tè: ecco come
Lo zucchero? «Meglio se usate il miele, almeno non rischierete di avere gli atomi del vostro bisnonno disciolti nel caffè già dal mattino». È un avviso curioso quello apparso nel lontano 1879 sul Prager Tagblatt, quotidiano praghese di lingua tedesca chiuso dai nazisti nel 1939. Contro lo zucchero si era espresso anche un viaggiatore francese che aveva visitato Waterloo, in Belgio, nel 1830: «La più grande memoria della storia moderna è stata mutilata per lo zucchero». I due commenti non sono stati scritti da salutisti ante-litteram favorevoli ad un'alimentazione meno dolce. Nella prima metà del XIX secolo si calcola che, in media (ma allora le differenze sociali erano molto più forti), si consumassero circa 12 kg di zucchero a testa all'anno contro oltre 50 kg oggi.
SPARITI 20MILA MORTI
Le dichiarazioni contro il saccarosio sono state riesumate da un team di due storici e un archeologo dell'Università di Glasgow, impegnati a risolvere un mistero della storia contemporanea. Ossia perché dal campo di battaglia di Waterloo, dove gli anglo-prussiani del Duca di Wellington e del feldmaresciallo Gebhard von Blücher sconfissero i francesi guidati da Napoleone Bonaparte, sono stati recuperati pochissimi resti di militari. Eppure la storica battaglia del 18 giugno del 1815, che segnò l'uscita di scena dell'imperatore francese e il suo esilio a Sant' Elena, si concluse con la morte di circa 20 mila soldati delle due parti. Migliaia anche i cavalli caduti sul campo. La risposta viene dal team guidato da Neal Wilkin e Tony Pollard dell'ateneo scozzese: anni dopo la battaglia, le ossa vennero riesumate e utilizzate nella produzione di zucchero.
Anzi, nella sua raffinazione per essere precisi. Le conclusioni dello studio, che sarà pubblicato entro la fine dell'anno, sono state anticipate al britannico Daily Mail e alla tedesca Faz, quotidiani del fronte che sconfisse il generale corso diventato imperatore. In anni recenti per spiegare la scarsità dei resti era stato ipotizzato l'uso delle ossa come fertilizzanti in Gran Bretagna ma la teoria dello zucchero sembra funzionare meglio. All'inizio del XIX secolo il produttore francese del dolcificante, Charles Derosne aveva introdotto l'uso del carbone animale - un carbone granulare ottenuto bruciando ossa - come prodotto per raffinare lo zucchero grezzo. Che sia ottenuto dalla barbabietola che cresce in Europa o dalla canna coltivata oggi in India e in Sudamerica (ma all'epoca soprattutto nelle Antille), lo zucchero non nasce né bianco né solido ma si ricava da un succo marrone e appiccicoso estratto dalle due piante. Con la sua natura porosa, il carbone animale (anche noto con il poco poetico nome di nero d'ossa) si presta bene a filtrare melassa e impurità per regalarci il candido saccarosio.
COMMERCIO DI OSSA
Cos'hanno dunque scoperto gli studiosi scozzesi? Che il commercio di ossa fu liberalizzato dal Belgio nel 1834 e che, atti del parlamento belga alla mano, mentre tra il 1832 e il 1833 non furono vendute ossa dal Belgio alla Francia, il commercio esplose a partire dal 1834, quando ne furono esportate 350 tonnellate. Ossa che servivano ai francesi come agli stessi belgi: fra il 1816 e il 1830 nelle province belghe allora dominate dai Paesi Bassi, erano state costruite 24 raffinerie per lavorare lo zucchero grezzo di canna che gli olandesi importavano dalle colonie nei paesi caldi. Nel 1830 il Belgio diventò indipendente ma la raffinazione dello zucchero non si interruppe.
Anzi: lo studio ha ricordato come il Belgio indipendente seguì l'esempio francese della coltivazione della barbabietola da zucchero, anche nei pressi di Waterloo. E che nella zona c'erano due raffinerie di zucchero e diversi impianti per la produzione di carbone d'ossa. Un articolo del 1835 del giornale francese L'Indépendent, ritrovato dal team del dottor Wilkin, riportava che agli industriali era stato dato il permesso di «scavare il campo di battaglia di Waterloo, per rimuovere le ossa dei morti, che sono ammassate lì in gran numero, e produrre carbone d'ossa». Più truculenta la nota ritrovata secondo cui la manovalanza chiamata alla sgradevole opera aveva scherzato su come le ossa dei robusti Grenadier Guards, uomini del reggimento di fanteria britannico fondato nel 1656, pesassero quante quelle di un cavallo. Le raffinerie di zucchero di Waterloo sono state chiuse nel 1860.