Esplosioni in Crimea, Kiev rivendica: "E' nostra", Putin spalle al muro?
Nuove esplosioni in Crimea: questa volta è stato colpito il deposito di munizioni di una base russa nel distretto settentrionale di Dzhankoy. Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo, citato dalle agenzie di stampa locali, senza specificare la causa dell'incendio. Secondo il governatore della Crimea, Sergei Aksionov, due civili sarebbero rimasti feriti.
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Secondo Ukrinform, il presidente del Mejlis dei tartari di Crimea, Refat Chubarov, ha scritto su Facebook: "Dalla Crimea temporaneamente occupata arrivano notizie: un attacco di precisione contro una base militare nel villaggio di Qalay (attualmente noto come Azovske) nel distretto di Dzhankoi". Il capo dell'Ufficio del Presidente ucraino, Andriy Yermak, su Telegram invece avrebbe scritto che l'operazione di "demilitarizzazione" da parte delle Forze Armate continuerà fino alla completa liberazione dei territori ucraini occupati. Lo riporta Ukrinform.
"L'operazione di demilitarizzazione nello stile di alta precisione delle Forze Armate dell'Ucraina continuerà fino alla completa liberazione dei territori ucraini (occupati) - ha sottolineato Yermak -. I nostri soldati sono i migliori sponsor del nostro ottimo umore. La Crimea è Ucraina". Parole e mosse che non devono aver fatto piacere a Putin. Secondo il ministero della Difesa russo, si è trattato di un atto di "sabotaggio".
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