Volodymyr Zelensky, l'esproprio: cosa "risucchia" all'oligarca Akhmetov
Rinat Akhmetov rinuncia al suo impero e si piega a Zelensky: passa così da "oligarca" a semplice uomo ricco. In questo modo ha deciso di rispettare in tutto e per tutto la legge per "deoligarchizzare" l’Ucraina. E le sue proprietà nel mondo dei media finiscono allo Stato. Il provvedimento era stato lanciato a settembre dell'anno scorso, quando la guerra non era ancora iniziata. Il premier ucraino aveva deciso di dedicarsi a questo progetto per "accontentare" l'Occidente, generalmente contrario al potere degli oligarchi.
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A seguito di tale legge, il “Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa” iniziò a redigere un registro degli oligarchi. All'interno - come spiega Repubblica - ci è finito chiunque avesse almeno tre di queste quattro categorie: "essere un magnate dei media, partecipare alla vita politica, detenere un monopolio e avere un reddito un milione di volte più elevato del costo minimo della vita, cioè 77 milioni di euro". Akhmetov le possedeva tutte tranne l'impegno politico. I suoi mezzi di informazione, tv e giornali, erano molto duri con Zelensky, che per questo accusò l'oligarca di essere un alleato di Mosca con l'obiettivo di rovesciare il governo.
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"Ho preso la decisione forzata di uscire dalla mia società di investimento nel settore dei media. Questa settimana MediaGroup Ukraine rinuncerà a tutte le licenze tv, satellitari e della carta stampata in Ucraina a favore dello stato. Spegneremo anche i media online dell’Università statale di Mosca", ha spiegato Akhmetov. Che ricopre un ruolo fondamentale nel Donbass, prima degli ultimi eventi era il proprietario dell'acciaieria Azovstal di Mariupol. Ma è anche il proprietario dello Shakhtar Donetsk e fino a ieri era il re dei media ucraini.
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