Shinzo Abe, l'attentatore un ex militare: "Perché gli ha sparato", la verità sul movente
Potrebbe esserci il fanatismo religioso dietro il folle gesto di Tetsuya Yamagami, 41 anni, l'uomo che ha sparato all'ex premier giapponese Shinzo Abe durante un comizio elettorale nella città di Nara, nel Giappone occidentale. Abe è stato colpito da due colpi di pistola alle spalle ed è morto poche ore dopo essere stato ricoverato in condizioni disperate, in arresto cardio-respiratorio.
Il Giappone è sotto choc e sta cercando di capire cosa ci sia dietro il folle gesto dell'attentatore, arrestato pochi istanti dopo l'agguato all'ex premier. Due giorni fa era ricorso il quarto anniversario della morte di Shoko Asahara, pseudonimo di Chizuo Matsumoto, criminale giapponese, uno dei fondatori del nuovo movimento religioso giapponese Aum Shinrikyo. Nel 2004 Asahara era stato riconosciuto colpevole di essere stato mente e mandante dell'attentato alla metropolitana di Tokyo del 1995. La condanna a morte del capo della setta venne eseguita l'8 luglio 2018 quando al governo c'era proprio Shinzo Abe. L'attentatore di oggi potrebbe aver agito dunque per vendetta religiosa. Ma, al momento dicono i media giapponesi, è solo una ipotesi. Un'altra pista, accennata dalla Polizia, è quella della "insoddisfazione".
Stanno però emergendo dettagli su Yamagami: fino al 2005 era membro dell'autodifesa marittima della Japan Self-Defense Forces, la Jietai. Secondo quanto riportano media locali, l'ex militare si sarebbe avvicinato ad Abe alle spalle, eludendo il servizio di sicurezza e avrebbe esploso diversi colpi di arma da fuoco con una pistola artigianale, molto probabilmente fatta in casa dallo stesso attentatore.