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Gas, Italia subito ricattata dall'Algeria: "Alzeremo i prezzi"

 Mario Draghi

Michele Zaccardi
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Ogni giorno che passa la strategia italiana per liberarsi dal gas russo sembra sempre più incerta e, soprattutto, costosa. Non solo per i prezzi più elevati del metano liquido col quale si punta a sostituire una quota delle forniture di Mosca, ma anche perché i partner sui quali il governo fa affidamento per aggirare la Russia iniziano a battere cassa.

Il primo Paese a venire allo scoperto è stata l'Algeria, il cardine del programma di diversificazione portato avanti da Palazzo Chigi. Ieri, la società statale algerina Sonatrach ha annunciato di voler aumentare i prezzi del gas, aggiungendo che sono sono in corso trattative con alcuni Paesi europei per la revisione dei contratti. Secondo quanto riportato dalla Reuters, la compagnia sarebbe intenzionata a indicizzare le forniture alle quotazioni del Ttf di Amsterdam, il mercato di riferimento europeo, per massimizzare i ricavi derivanti dall'esportazione di metano. Al momento, infatti, i contratti sono legati al Brent, il cui prezzo, dall'inizio dell'anno, è cresciuto del 55% contro il +110% segnato dal Ttf.

 

Perciò, alla luce delle quotazioni internazionali del gas, la società ha deciso di attivare «una clausola di revisione dei prezzi». Sulla modifica ci sarebbe già un accordo con tre Paesi europei, mentre al momento non si sa ancora se le nuove condizioni siano state accettate da Eni. Sonatrach, inoltre, ha assicurato di poter aumentare la produzione di gas di 10 miliardi di metri cubi entro la fine del 2022. Questo grazie alla scoperta di un giacimento da 100-340 miliardi di metri cubi, in grado di essere messo in funzione nel giro di sei mesi. Volumi che farebbero comodo all'Italia.

IL SORPASSO

L'Algeria, infatti, negli ultimi mesi è diventata il principale fornitore di gas del nostro Paese, superando la Russia. Un sorpasso dovuto più alla riduzione dei flussi russi che a un incremento di quelli algerini. Perché è vero che a maggio a Mazara del Vallo, punto di ingresso del gasdotto Transmed che collega Italia e Algeria, sono arrivati oltre 2 miliardi di metri cubi di gas, il 9,3% in più dello stesso mese del 2021. Ma è anche vero che le forniture russe a Tarvisio sono crollate del 55%, a quota 1,3 miliardi contro i 2,9 miliardi di un anno fa.

Nei primi cinque mesi del 2022, invece, i flussi algerini sono rimasti allo stesso livello del 2021 (9,5 miliardi di metri cubi, +0,3%). A compensare i 4 miliardi di metri cubi in meno arrivati dalla Russia sono stati i punti di ingresso Passo di Gries, dove arriva il metano olandese (da 1 miliardo a 3,3) e Melendugno, (da 2 a 4 miliardi), dove termina il gasdotto Tap che trasporta il gas dell'Azerbaigian. Nel complesso, i volumi importati sono leggermente cresciuti rispetto al 2021: 31,7 miliardi di metri cubi (+2,3%). In questo momento, quindi, il problema non è tanto la quantità di gas, quanto i prezzi troppo elevati che scoraggiano il riempimento degli stoccaggi (adesso al 59,3%) e rendono difficile raggiungere l'obiettivo che si è dato il governo (90% entro novembre).

 

Prezzi che, in seguito alla richiesta fatta da Sonatrach e al blocco, stabilito da Gazprom per «manutenzione programmata», del gasdotto Nord Stream dall'11 al 21 luglio, rischiano di impennarsi ancora di più. E questo proprio durante il periodo estivo quando, grazie ai bassi consumi, gli operatori accumulano le scorte per l'inverno. Nel frattempo, anche la situazione sul fronte del petrolio rimane critica. In Libia, le violente manifestazioni contro il carovita e la corruzione hanno spinto il presidente della compagnia petrolifera statale, National Oil Corporation (Noc), a dichiarare lo stato di forza maggiore in tutti i porti del Paese da dove partono le navi cisterna. In pratica, in quelle zone le operazioni di carico e scarico sono impossibili. A causa delle proteste anche la produzione di greggio è crollata: da 1,2 milioni di barili al giorno nel 2021 a 6-700mila. Mentre l'estrazione di gas segna il passo. Il campo Al Fargh perde 90 milioni di piedi cubi di gas al giorno, mentre i giacimenti di Abu Atifel 130.

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