Lettonia "nazista": prossima a essere invasa? Perché la Russia la minaccia
Quando la Russia definisce un Paese “nazista” c’è da stare sull’attenti. La storia dell’invasione in Ucraina fa scuola da questo punto di vista, dato che Mosca l’ha giustificata con il “nobile” intento di “denazificare” il Paese, prendendo la capitale Kiev e ribaltando il presidente Volodymyr Zelensky. Le cose però non sono andate come era stato prospettato a Vladimir Putin, con la Russia che si è ritrovata in guerra per mesi e ha fallito tutti gli obiettivi principali, ripiegando sul Donbass.
Adesso tocca alla Lettonia essere definita “nazista”, e questo di certo non è un bel segnale: un attacco militare russo sembra improbabile, ma ormai nulla può essere dato per certo quando si parla del Cremlino. A scatenare la rabbia della Russia è la decisione per legge della Lettonia di abbattere trecento monumenti che celebrano la “vittoria comune” contro i nazisti tedeschi. “Il più famoso - scrive Marco Imarisio sul Corriere della Sera - è quello nell'omonima piazza di Riga, un obelisco alto 79 metri che raffigura la Madre patria sovietica e tre soldati dell'Armata Rossa. È il luogo dove Putin ha tenuto i suoi discorsi quando si è recato in visita, dove viene celebrata la festa nazionale russa del nove maggio”.
“Si tratta di un atto illegale contrario al divieto di eroizzazione del nazismo”, ha dichiarato Yelena Sutormina, vicepresidente della Fondazione russa della pace, che ha rivolto un appello alle Nazioni Unite affinché impedisca “lo scempio”. Ovviamente nessun accenno alla guerra in Ucraina, che è il vero motivo per cui la Lettonia ha scelto di rinnegare quei monumenti: non si tratta di un ritorno al nazismo, ma di paura nei confronti della Russia.