Xi Jinping e Putin, il "fianco Sud": guerra, prossima tappa Mediterraneo
L'insicurezza sul fianco Sud della Nato "ha un impatto diretto su tutti gli alleati" a causa della minaccia del terrorismo. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nella conferenza stampa finale del vertice di Madrid. "Abbiamo riesaminato i progressi nella lotta al terrorismo, che continuiamo a combattere con forza in ogni manifestazione", ha affermato Stoltenberg, parlando anche di una condivisione più stretta di informazioni di intelligence. In particolare, ha spiegato, "abbiamo concordato un pacchetto di assistenza alla difesa per la Mauritania su sicurezza dei confini, migrazione irregolare e terrorismo" ed è stato aumentato il sostegno a Tunisia e Giordania.
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Ma il fronte meridionale significa, paradossalmente ma non troppo, anche Russia e Cina, considerando la grandissima influenza di Mosca e Pechino in Medio Oriente e nell'Africa centro-settentrionale. Di fatto, gli hub sia del terrorismo sia della pressione migratoria sulle coste europee. E tra gli alleati "sotto pressione" c'è proprio l'Italia, la "porta" dell'Ue sul Mediterraneo.
Tutto questo si innesta nel quadro della guerra in Ucraina, che sta facendo alzare una nuova Cortina di Ferro nel cuore dell'Europa, come confermato dal ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Per la Nato, ha confermato il presidente americano Joe Biden, in un'altra giornata di grande tensione diplomatica con il Cremlino, "la Russia è una minaccia diretta e la Cina è una sfida sistemica". Un concetto finito nero su bianco nello Strategic Concept, il documento programmatico-riassuntivo della Nato. Non era mai accaduto prima.
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"La Nato si aspetta l'obbedienza incondizionata del mondo", è la risposta raggelante di Lavrov. La Cina, finita nel mirino, gli ha fatto eco e ha criticato duramente gli esiti del vertice. Secondo Pechino, è la Nato la vera "sfida sistemica alla pace e alla stabilita' mondiale" poiché "lancia guerre ovunque, uccidendo civili innocenti" e ora, con la partnership siglata con i quattro alleati indo-pacifici, "ha esteso i suoi tentacoli, nel tentativo di esportare la mentalità della Guerra Fredda". Da qui al summit di Vilnius del prossimo anno i paesi membri della Nato dovranno decidere quanto spendere sulla difesa, aggiornando gli impegni per il decennio 2024-2034. Intanto si è scelto di aumentare "significativamente" il bilancio della Nato per le esercitazioni, le infrastrutture, gli equipaggiamenti pre-posizionati. L'idea è che ora inizia "un percorso" - e quelle 300mila forze in più a disposizione del comando supremo sbandierate a inizio vertice dal segretario generale Stoltenberg, spiega una fonte, sono più "un obiettivo" che un dato di fatto.