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Vladimir Putin a torso nudo, la battuta con cui i potenti lo ridicolizzano al G7

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Arrivano con gli elicotteri, saluti di rito del Cancelliere Scholz, strette di mano, si siedono al tavolo per parlare subito di Ucraina. Tra bilaterali, passeggiate tra i prati delle Alpi bavaresi e battute nella prima giornata del G7 che si è aperto al castello di Elmau i Grandi hanno mostrato subito i muscoli alla Russia. "Foto con la giacca? Ci togliamo i cappotti? Dobbiamo dimostrare di essere più duri di Putin", ha scherzato il primo ministro britannico Boris Johnson, "facciamo uno spettacolo di equitazione a torso nudo", ha ironizzato il canadese Justin Trudeau, ricordando la foto del presidente russo del 2009 che cavalcava a torso nudo e quelle più recenti durante la pesca. "L'equitazione è la cosa migliore", ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ma Johnson non ha mollato: "Dobbiamo mostrare loro i nostri pettorali".

 

 

Al di là del siparietto, andato in scena davanti alle telecamere, che sottolinea il clima del vertice, il G7 ha subito risposto a Kiev - domani Zelensky sarà in collegamento da remoto - che è tornata a chiedere un maggiore coinvolgimento sia finanziario che militare. "Siamo uniti e siamo insieme. Questo è il nostro chiaro messaggio al presidente Putin", la premessa del padrone di casa che si è a lungo soffermato a parlare con il presidente americano Biden. Gli Stati uniti hanno accolto con favore "l'impegno storico della Germania di aumentare in modo significativo la spesa per la difesa e rispettare i suoi impegni Nato", secondo quanto è emerso.

 

 

Sponda agli statunitensi anche da parte della Francia che si è detta favorevole a fissare un "prezzo massimo del petrolio" a livello dei "paesi produttori", per porre un limite all'aumento dei prezzi seguito alla guerra in Ucraina anche se il tema del 'price cup' verrà affrontato dagli sherpa", nella prima giornata dei lavori "non c’è stata una discussione molto estesa". Tuttavia, anche la Germania ha aperto sulla spinta di Stati Uniti e Italia con il premier Draghi che ha chiesto nuovamente di mettere fine definitivamente alla dipendenza russa perché "anche quando i prezzi dell'energia scenderanno, non è pensabile tornare ad avere la stessa dipendenza della Russia che avevamo".

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