Russia, da stanotte in default: cosa significa e quali sono le vere conseguenze
Per la prima volta in oltre un secolo, dai tempi della rivoluzione bolscevica, la Russia è andata in default sul suo debito sovrano in valuta estera, a seguito delle sanzioni occidentali che hanno chiuso le vie di pagamento ai creditori esteri. Europa e Usa hanno infatti escluso la Russia dal circuito dei pagamenti internazionali, dopo l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio. Da ieri sera 26 giugno Mosca è quindi inadempiente sul debito. Da marzo, gli eurobond del Paese sono stati scambiati a livelli di stress, con le riserve estere della banca centrale congelate e la sua banca più grande tagliata dal sistema finanziario globale. Il Cremlino dice che mentre ha i soldi per coprire tutto il dovuto, è stata costretta in questa situazione.
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In sostanza l’impatto è soprattutto simbolico. Il default, osserva il Corriere della Sera, è un colpo al presidente Vladimir Putin e ad Elvira Nabiullina, la governatrice della Banca centrale che aveva garantito l'affidabilità della finanza russa. Ma la domanda è: quali conseguenze avrà il default sull'Occidente? Le sanzioni hanno già fatto fuggire le aziende straniere dalla Russia e hanno interrotto i legami commerciali e finanziari. Secondo gli analisti dunque il default della Russia non avrà impatti sui mercati e sulle istituzioni finanziarie globali che ebbe il default nel 1998. Allora gli Stati Uniti chiesero alle banche di salvare Long-Term Capital Management, un grande hedge fund americano il cui crollo avrebbe potuto scuotere il sistema finanziario e bancario.
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Oggi i detentori delle obbligazioni sulla carta potrebbero subire gravi perdite. Ma in realtà la Russia pesa poco negli indici delle obbligazioni dei mercati emergenti, e questo limita le perdite agli investitori dei fondi.