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Joe Biden è telecomandato: "Siediti", ora c'è la prova

Joe Biden  

Rossello Gesa
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Il presidente del Paese più importante del mondo ha bisogno della badante. Non è una cattiveria, ma una confessione dello stesso Joe Biden. Giovedì, durante una riunione con alcuni vertici dell'industria dell'eolico, il presidente americano ha sfoggiato un papello predisposto dallo staff con istruzioni dettagliate. «Siediti al tuo posto», «Limita i commenti a due minuti», «Fai una domanda» a tizio, «Ringrazia i partecipanti», «Esci». Ben più della prassi a scanso di equivoci. Parte dell'imbarazzo è il fatto che Biden abbia mostrato questa "road map per dummy", esponendosi al tiro a segno del ridicolo.
Ora, i presidenti americani sono noti per le gaffe. Da manuale di storia quelle di Richard M. Nixon, da "Rischiatutto" quelle di George W. Bush Jr. Ma questo non ha impedito mai di sfoderare leadership forti. Con Biden è diverso.

 

 

Che sia suonato è evidente da tempo, che spesso non sia all'altezza è lampante dall'insediamento. Ma che abbia bisogno della velina persino per trovare l'uscio di casa è inquietante.

Il rispetto dovuto alla sua età è fuori discussione e sta oltre ogni partigianeria. Ma il punto è: se Biden non è in grado, chi comanda alla Casa Bianca? Il ghost writer dei poveri che gli ha preparto la noticina? Sarebbe il minore dei mali.
Il peggio è se Biden fosse un fantoccio degno del XXV Emendamento alla Costituzione (quello che permette di sollevare un presidente dall'incarico per incapacità) tenuto in vita politica artificiale per motivi opachi.

BROCCO SFIANCATO - Niente incappucciati, complotti e "masserie" alla Checco Zalone: bastano le cronache. Che ricordano che, benché il vicepresidente federale non sia di per sé affatto carta da parati, Biden al fianco di Barack Obama lo fu eccome. Poi è tornato in auge quando media, Sinistre e sfascisti di ogni sorta si sono fusi per fare la forca a Donald Trump. Evidentemente mancava uno stallone più focoso. Oppure serviva un brocco sfiancato: non forse da sostituire al momento buono, quanto da manovrare.

 

 

Gli indici hanno puntato spesso sulla vice, Kamala Harris, vista come terminale di un mondo estremista incapace di conquistare la titolarità del potere, ma bravo a esercitarlo dietro la sagoma di cartone di Biden. Che infatti l'Amministrazione Biden sia tutt' altro che centrista lo dimostrano la foga con cui la Casa Bianca sostiene l'aborto a ogni costo, il radicalismo gender e persino un "burro e cannoni" che nemmeno i falchi di un tempo. E questo è evidente pur sostenendo la necessità di armare la resistenza ucraina, benché sia chiaro che i falchi liberal abbiano a cuore ben altro che il bene degli ucraini.

CUPOLA DEMOCRATICA - Epperò il pregresso di Biden al Senato ricorda un altro uomo. E quindi, o la sua vecchiaia va rispettata ma magari non messa in capo alle sorti del mondo, oppure altri agiscono dietro di lui. Il Pentagono? L'establishment del Partito Democratico deciso alla "guerra civile" dopo la cancellazione della sentenza «Roe w. Wade»? I loro potenti finanziatori, da Silicon Valley a Hollywood? Il difficile è soprattutto capire verso quale meta siano diretti ora. Sul bigliettino di Biden giovedì non c'era scritto.

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