Russia e Ucraina, l'ambasciatore Carnelos: "Tra le cancellerie internazionali forse...". L'errore di calcolo

venerdì 10 giugno 2022
Russia e Ucraina, l'ambasciatore Carnelos: "Tra le cancellerie internazionali forse...". L'errore di calcolo
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Quale economia si schianterà prima? La nostra o quella russa? Questa la domanda che si è posto Marco Carnelos, ex ambasciatore in Iraq. "Serpeggia l’impressione che il copione della reazione delle democrazie occidentali all’invasione russa sia stato frettolosamente scritto a Washington e Londra, mentre Bruxelles e le altre capitali europee si sarebbero limitate a recepirlo con un semplice copia e incolla", ha scritto Carnelos su Dagospia. Secondo lui, nelle cancellerie della triade - Nato, Ue e G7 - non si sono analizzati i rischi delle sanzioni imposte a Mosca.

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"La Russia, dopo gli iniziali, grossolani, errori militari, sta lentamente ma inesorabilmente prendendo il sopravvento nel Donbass", ha spiegato Marco Carnelos, che poi ha aggiunto: "Quanto all'economia russa, sta certamente soffrendo, ma - contrariamente a quanto previsto con sicurezza mesi fa - non è ancora crollata". L'ex ambasciatore, allora, ha posto un interrogativo: "Possiamo chiederci, e chiedere, se nelle cancellerie della Triade (NATO-UE-G7) siano state condotte simulazioni economiche affidabili per valutare l'impatto globale delle sanzioni alla Russia? E, in caso positivo, essere edotti sui risultati? Oppure, stiamo assistendo all’ennesimo errore di calcolo simile a quelli che abbiamo visto in Asia occidentale e centrale negli ultimi due decenni?".

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Il timore è che la politica delle sanzioni a Mosca abbia avuto dei presupposti sbagliati alla base e che quindi sia stata fatta una valutazione poco attenta. Probabilmente si è pensato che la Russia fosse molto più dipendente dall’Occidente di quanto quest’ultimo lo fosse dalla Russia. Intanto il quadro attuale non è per niente positivo: basti pensare ai problemi nelle catene di approvvigionamento globali, alla crisi alimentare - che sembra essere sempre più vicina - e alla crescita vertiginosa dei prezzi dei combustibili fossili.

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