Vladimir Putin, il retroscena: così può far cadere il governo in Svezia, il ruolo di Amineh Kakabaveh
La guerra in Ucraina sta mettendo a dura prova i partner europei. In Svezia, per esempio, il governo rischia di cadere perché la parlamentare di origini curde Amineh Kakabaveh non vuole cedere al ricatto di Erdogan. Il presidente turco, infatti, ha fatto sapere che non si opporrà all'ingresso di Stoccolma nella Nato solo a patto che il Paese decida di estradare i combattenti curdi. Tutto si deciderà in queste ore: oggi il parlamento svedese voterà la mozione di sfiducia avanzata dall'opposizione contro il ministro della Giustizia e la premier Magdalena Andersson ha fatto sapere che si dimetterà in caso di sconfitta in aula.
L'ago della bilancia è rappresentato proprio da Kakabaveh. Prima di decidere se sfiduciare o meno la ministra della Giustizia, infatti, la parlamentare vuole sapere dalla premier che posizione intende adottare nei confronti di Erdogan. "Il governo deve respingere le sue richieste e difendere i diritti umani - ha detto in un'intervista al quotidiano Domani -. Ankara sta usando i curdi per avere l'attenzione degli Usa e migliorare i rapporti con Washington". La Kakabaveh ha puntato il dito anche contro l'Unione europea, che "resta in silenzio di fronte a queste richieste". Lei stessa, tra l'altro, sarebbe finita nel mirino: "L'ambasciatore turco a Stoccolma ha detto che ero nella lista delle persone da estradare in Turchia. Io però non mi arrendo".
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Quindi l'ultimatum: "Se il partito e la premier non cambiano posizione su Erdogan, sono pronta a votare contro. In quel caso il governo cadrà e potremmo restare senza esecutivo anche fino alle elezioni di settembre. A quel punto la richiesta di entrare nella Nato sarà bloccata". Lei, in ogni caso, non sarebbe favorevole all'ingresso nell'alleanza atlantica: "Io sono contro la Nato e contro la guerra. Penso ci sia bisogno di pace, non di più guerre o armi". Le richieste di Erdogan, inoltre, avrebbero spaventato parecchio i curdi in Svezia: "Molti mi dicono che mi sostengono - ha continuato la parlamentare - ma che non possono farlo apertamente. Hanno paura di cosa può succedere loro e temono per la sicurezza delle loro famiglie non solo in Turchia ma anche qui".
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