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Volodymyr Zelensky, i generali pronti alla diserzione: chi lo tradisce. Verso la resa?

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Volodymyr Zelensky si trova dinanzi a difficoltà innegabili, che stanno iniziando a scalfire i suoi rapporti con i militari in prima linea e soprattutto con i loro comandanti. Dopo oltre cento giorni di guerra, anche la figura del presidente ucraino si è indebolita, eppure né lui né Vladimir Putin hanno ancora chiarito cosa vogliono e soprattutto come e quando riprendere i negoziati, che sono l’unico modo per terminare questo conflitto.

 

 

Zelensky ha dovuto ammettere che la situazione attuale sul campo non è affatto positiva: nel Donbass appare sempre più chiaro che è molto complicato resistere all’avanzata dell’esercito russo. “Le condizioni sono indescrivibilmente difficili”, ha dichiarato Zelensky, che deve fare i conti con un bilancio drammatico di circa 60-100 uomini morti al giorno. Difficilmente l’arrivo dei nuovi lanciarazzi multipli promessi dagli americani e dagli inglesi cambierà la situazione, anzi potrebbe incattivire ulteriormente l’offensiva dei russi. La situazione nel Donbass inizia a essere così pesante che, stando a quanto riporta Il Giornale, gli stessi militari in prima linea e i loro comandanti si stanno chiedendo se vale la pena combattere fino all’ultimo uomo o se è meglio ritirarsi da Severodonetsk.

 

 

“A Kiev - scrive Fausto Biloslavo - i vertici della Difesa sono seriamente preoccupati e il rapporto con Zelensky non è più così idilliaco. Non a caso a fine maggio, in occasione della sua visita a Kharkiv, il presidente ha rimosso il capo della sicurezza accusandolo di ‘non aver lavorato per la difesa della città’. E sono cadute anche le teste di altri traditori degradati, come l'ex capo del dipartimento chiave della sicurezza interna, Naumov Andriy Olehovych, e l'ex responsabile della regione di Kherson, Kryvoruchko Serhiy Oleksandrovych, che ‘non sono più generali’”. E questi due sarebbero pronti ad ottenere la loro vendetta...

 

 

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