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Sanzioni, "embargo progressivo" e l'oleodotto non si tocca: sul sesto pacchetto vince Orban?

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23.56 Ue: raggiunto l'accordo al vertice su embargo petrolio
Il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sull’embargo di oltre 2/3 del petrolio russo. In questo modo ha aperto la strada al sesto pacchetto di sanzioni, quello annunciato il 14 maggio e che finora aveva trovato il muro del blocco composto da Ungheria, Slovenia, Repubblica Ceca e Bulgaria: paesi che temono gravi ripercussioni sull’economia interna per lo stop al petrolio russo. Non sono ancora noti i dettagli tecnici, ma il pacchetto di sanzioni dovrebbe contenere l’embargo progressivo sul petrolio trasportato via mare, con piena applicazione in sei mesi, e una deroga per il greggio che arriva via oleodotto. Le forniture marittime rappresentano circa i 2/3 delle importazioni dalla Russia e la stima è che Mosca arriverà a perdere fino a 10 milioni di dollari l’anno con questa sanzioni. Risparmiato invece il gigantesco oleodotto Druzhba, che con i suoi 4.000 km attraversa l’Europa centrale: il petrolio da qui continuerà ad arrivare fino a quando non verrà trovata una soluzione tecnica che che soddisfi il fabbisogno energetico dell’Ungheria e di altri paesi senza sbocco sul mare.

 

 

 

 

20.45 Sanzioni, sesto pacchetto bloccato: si procede in due fasi?
Annunciato lo scorso 4 maggio, ancora non c’è l’ufficialità del sesto pacchetto di sanzioni che dovrà punire la Russia per l’invasione dell’Ucraina. Una questione che sta spaccando l’Unione europea, soprattutto per via dell’embargo del petrolio che ha trovato l’inamovibile opposizione di paesi come l’Ungheria e la Slovacchia, che dipendono fortemente dall’oleodotto Druzhba. Si sta quindi lavorando a un complesso compromesso nel corso del Consiglio europeo straordinario.

 

Dal vertice è filtrata una bozza in cui sostanzialmente si mette in stand-by la questione del petrolio, pur di riuscire ad approvare il sesto pacchetto di sanzioni, che è ormai atteso da quasi un mese. Al suo arrivo la presidente Ursula von der Leyen si è mostrata molto cauta e non propriamente ottimista, ma fonti diplomatiche fanno sapere che in queste ore si sta cercando di trovare una sintesi. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, l’intenzione emersa dagli ultimi colloqui sarebbe quella di procedere in due fasi.

 

 

Ovvero adottando il sesto pacchetto di sanzioni con l’embargo del petrolio trasportato via mare (ma soltanto tra sei mesi) ed escludendo temporaneamente le importazioni di petrolio traine l’oleodotto Druzhba, che saranno poi coperte da nuove misure future. In questo modo si guadagnerebbe più tempo per provare a trovare una soluzione che vada bene anche ai Paesi fortemente dipendenti dall’oleodotto.

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