Battaglione Azov, "ecco perché Putin li voleva morti". Cos'è sparito oggi dalla Azovstal
Ora, dopo la caduta del Battaglione Azov, è tutto più chiaro: ecco perché Vladimir Putin da un lato e il Reggimento che Mosca considera il cuore del "nazismo" in Ucraina hanno battagliato per mesi nel bunker della Azovstal, la enorme acciaieria di Mariupol. Non era solo per la vittoria "simbolica" nel bastione della Resistenza ucraina sul Mar d'Azov, né tanto meno per difendere (o conquistare) i millantati laboratori chimici nascosti nel budello della fonderia (una tesi cavalcata, senza alcun fondamento, dai profili più complottisti sui social). Il motivo era molto più banale, terra-terra, quasi scontato: mettere le mani sul tesoro nascosto della Azovstal, l'acciaio.
Gli ucraini, che non controllano più Mariupol, hanno denunciato che "il grande saccheggio" è iniziato. Nella notte fra sabato e domenica scorse sarebbero iniziate le manovre per prelevare dalla fonderia il metallo ucraino da destinare al mercato russo e da rivendere anche ai partner internazionali. Una nave russa nei giorni scorsi aveva già fatto ingresso nel porto di Mariupol (la prima da quando la città è stata conquistata) caricando 2.700 tonnellate di prodotti in metallo trasportandoli poi nel porto russo di Rostov, 160 chilometri più a oriente
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"Il saccheggio dei territori occupati continua - ha denunciato via Telegram Lyudmila Denisova, responsabile per i diritti umani dell'Ucraina -. Dopo il grano, i russi si stanno dando a esportare prodotti in metallo". Secondo Metinvest, compagnia ucraina proprietaria degli impianti di Azovstal e Ilych a Mariupol, l'operazione di prelievo russa potrebbe essere ben più vasta visto che prima dell'invasione erano ormeggiati in rada sei mercantili con un carico di 28mila tonnellate di acciaio grezzo destinato all'export (verso Italia, Spagna, Belgio, Grecia, Portogallo e Turchia, valore 20 milioni di dollari circa) mentre ora ci sarebbe un "alto rischio di furto e contrabbando" di Stato verso i porti russi di Rostov, Novorossiysk e altri.
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