Leonid Bolgarov, "dalle 3 fino alle 5 del mattino": l'orribile tortura al prete dell'Isola dei serpenti
Padre Leonid Bolgarov ha subìto torture, interrogatori e carcere duro per 43 giorni dal 25 febbraio. "La mattina mi aveva telefonato il cappellano della 35ª brigata dei marines, dovevamo andare a recuperare i corpi di ragazzi morti in combattimento", racconta a La Stampa. Non sapeva che i cadaveri erano quelli delle 13 guardie di frontiera ucraine uccise mentre difendevano l’Isola dei Serpenti nel Mar Nero.
Il 26 febbraio, attraverso un corridoio umanitario per evacuare i corpi, padre Leonid sale sulla nave. Ma viene fatto inginocchiare con un fucile puntato alla testa. Poi tutti vengono portati via a bordo del rimorchiatore russo Shaktar e il 28 febbraio raggiungono Sebastopoli. "Alla fine, il comandante russo ci disse di non preoccuparci, che non sarebbe durata molto, al massimo due o tre giorni, fino al completamento dell’operazione speciale in Ucraina. Cioè loro credevano veramente che fosse un’operazione speciale e che sarebbe durata pochi giorni".
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Ma non andrà così. Vengono richiusi per 11 giorni in carcere a Sebastopoli, in Crimea, poi vengono trasferiti a Kursk, in Russia. "Faceva un freddo assurdo, noi eravamo vestiti leggeri, in Ucraina le temperature erano miti. Ci costringevano a stare per ore inginocchiati nella neve". Le torture comprendono interrogatori che durano intere giornate, percosse, finte esecuzioni, minacce.
Vengono costretti a stare nella neve dalle 3 alle 5 di mattina: "Pregavo Dio affinché mi desse una mano a resistere fino la fine. Ero lì in ginocchio e avevo paura di cadere, per il freddo, la stanchezza. Chiunque si muovesse o cadeva riceveva il calcio del fucile in testa".
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Poi finalmente cominciano gli scambi di prigionieri. "Mi hanno liberato dopo 43 giorni, il 10 aprile sono stato scambiato e sono tornato a casa. La Bibbia ci insegna di amare i nostri nemici, io non mi sento di dire di amarli. Provo decisamente pietà nei loro confronti, e mi dispiace per loro, gli hanno fatto il lavaggio del cervello: i russi sono più prigionieri di quanto lo sia stato io in carcere".