Vladimir Putin sotto ricatto: "Ci devi dare 2 miliardi o attacchiamo", chi minaccia lo zar
Vladimir Putin sotto ricatto? A creare qualche problema allo zar adesso sarebbero i talebani, secondo quanto riporta il canale Telegram di controinformazione “General Svr”, citato da Dagospia. Stando a questa fonte, il presidente russo già diverse settimane fa avrebbe raggiunto un accordo con i talebani: avrebbe pagato loro 3 miliardi di dollari per evitare un’invasione del Tagiskistan. Una parte dell'importo sarebbe stata liquidata in contanti entro un anno, l'altra - circa il 40% - in beni ed energia. Oggi, però, la situazione sarebbe più complicata. "I talebani hanno percepito una debolezza nelle posizioni della leadership russa", scrive il canale.
Dopo aver avvertito aria di crisi, i talebani "hanno deciso di giocare sui nervi del Cremlino", fa sapere “General Svr”. Come mai? Semplicemente perché il Tagikistan fa parte della Csto, l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, un patto simile a quello atlantico che, oltre al Paese minacciato, comprende anche Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e la stessa Federazione Russa. Putin sarebbe stato costretto a dialogare con i talebani anche perché adesso non avrebbe le risorse per iniziare una guerra con loro. "A causa del conflitto in Ucraina, il Cremlino non ha abbastanza truppe e armi per aiutare il Tagikistan", sottolinea il canale. Tuttavia, se i fondamentalisti islamici riuscissero a penetrare in quel Paese, la Csto potrebbe sgretolarsi e crollare in pochissimo tempo. Un duro colpo per lo zar, che al momento ha già parecchi guai da affrontare in Ucraina.
Per Putin, insomma, si mette male. "General Svr" scrive: "I talebani hanno posto nuove condizioni e ora chiedono altri due miliardi di dollari, e li vogliono in denaro e al più presto, altrimenti gli accordi precedenti saranno considerati non validi". I fondamentalisti islamici avrebbero fissato anche una data di scadenza, il 15 giugno. "Il segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Nikolai Patrushev è stato incaricato di affrontare questo problema con l'aiuto del ministero degli Esteri russo - continua il canale Telegram -. Ma non c'è dubbio che la leadership russa soddisferà le richieste dei suoi 'nuovi amici'".