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Brasile, polizia sotto accusa: "Come hanno ammazzato questo 38enne"

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Immagini scioccanti quelle che arrivano dal Brasile, dove un uomo è stato soffocato col gas nel bagagliaio di un'auto dalla polizia locale. E' successo mercoledì scorso a Umbaúba, Stato di Sergipe, nord est del Brasile. Prima ancora avevano condotto un’operazione contro il clan “Comando Vermelho” nella favela Vila Cruzeiro di Rio de Janeiro. In quel contesto gli agenti avrebbero ucciso 25 persone, sollevando un'ondata generale di indignazione. 

 

 

 

Nel filmato si vede un uomo ammanettato dalla polizia e poi infilato con la forza nel vano portabagagli tra lamenti e urla di disperazione. I tre agenti, alla fine, chiudono il portellone spingendo sulle gambe dell'uomo, che restano fuori. Poi, mentre due sono impegnati a tenere chiuso lo sportello, il terzo prende un lacrimogeno e lo butta dentro il cofano. A quel punto fuoriesce il gas e si alza un fumo denso. La vittima è un uomo di 38 anni, Genivaldo Jesus Santos, che prima di essere ucciso si trovava in sella alla sua moto. La polizia lo ha fermato perché non aveva il casco e gli ha chiesto di alzarsi la maglietta per vedere se nascondesse armi o droga. In tasca gli hanno trovato un pacchetto che però non conteneva droga: si sarebbe trattato della medicina contro l’epilessia di cui soffriva. 

 

 

 

A quel punto, temendo che gli agenti fraintendessero, l'uomo ha iniziato a divincolarsi. Ed è allora che lo hanno ammanettato e poi ucciso sotto gli occhi increduli dei testimoni. Dopo averlo soffocato, gli agenti lo hanno messo sui sedili posteriori della loro auto per portarlo in commissariato. Preoccupati per le sue condizioni, allora, hanno provato a recuperare, andando verso l'ospedale. Lì, nonostante i tentativi dei medici di rianimarlo, non c'è stato nulla da fare per lui. Intanto la polizia si giustifica così: "Il signor Santos era stato arrestato perché aveva resistito attivamente all’intervento degli agenti. A causa della sua aggressività sono state utilizzate tecniche di immobilizzazione e strumenti non offensivi". Cinque di loro sono finiti adesso sotto inchiesta.

 

 

 

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