"Xi Jinping aggressivo". È allarme rosso dagli Stati Uniti: che cosa vuole fare il leader cinese
Non sola la Russia: a preoccupare gli Stati Uniti è pure la Cina di Xi Jinping. "Anche se la guerra di Putin continua, noi rimarremo concentrati sulla più seria sfida di lungo termine all’ordine internazionale, cioè quella posta dalla Repubblica popolare", ha dichiarato il segretario di Stato americano Antony Blinken parlando alla Washington University, come riporta Repubblica. Quest'ultimo, poi, ha spiegato che Pechino - a differenza di Mosca - avrebbe anche i mezzi per raggiungere i suoi obiettivi: "La Cina è l’unico paese che possiede tanto l’intento di rimodellare l’ordine internazionale, quanto il potere economico, diplomatico, militare e tecnologico per farlo".
Blinken, però, ha aggiunto che un confronto tra le due potenze mondiali - Usa e Cina - è inevitabile: "Dovranno fare i conti l’uno con l’altro nel prossimo futuro. Ecco perché è una delle relazioni più complesse e gravide di conseguenze nel mondo". Il capo della diplomazia Usa, in ogni caso, ha detto che non è intenzione degli americani mettere i bastoni tra le ruote alla Cina: "Non vogliamo negare il suo ruolo di grande potenza, né impedirle di far crescere l’economia o promuovere gli interessi del proprio popolo". Il loro obiettivo sarebbe un altro: "Difenderemo e rafforzeremo il diritto internazionale, gli accordi, i principi e le istituzioni che mantengono la pace e la sicurezza, proteggono i diritti degli individui e delle nazioni sovrane, e rendono possibile la coesistenza e la cooperazione di tutti i paesi, compresi Usa e Cina".
Non è mancato, però, un atto di accusa nei confronti del leader cinese: "Sotto il presidente Xi, il Partito Comunista Cinese è diventato più repressivo in patria e più aggressivo all’estero". Il riferimento è principalmente a Taiwan: "Non appoggiamo la sua indipendenza ma ci opponiamo a qualsiasi cambiamento dello status quo da entrambe le parti". Quello che si vuole evitare, insomma, è una sorta di Ucraina 2.
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