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Battaglione Azov, Denis Prokopenko in mano ai russi: "Patto segreto dietro la resa"

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Dietro la resa del Battaglione Azov, il manipolo di irriducibili ucraini asserragliati per settimane nel bunker della Azovstal a Mariupol, ci sarebbe un patto segreto tra Russia, Ucraina, Croce Rossa Internazionale e Onu. A rivelarlo è stata Kateryna, moglie del comandante Denis Prokopenko, il capo di quelli che Mosca definisce da sempre "nazisti" considerandoli i responsabili degli orrori sui civili russofoni nel Donbass dal 2014 a oggi.  

 

 

 

Prokopenko e i suoi uomini oggi sono nelle mani dei russi. Il comandante si sarebbe consegnato al nemico, ha rivelato il generale maggiore russo Konashenkov, e sarebbe stato letteralmente "scortato" verso il luogo di detenzione a bordo di "un veicolo blindato speciale" per evitare che venisse linciato dalla popolazione locale filo-russa. Ai componenti del Battaglione sarebbe stata garantita l'incolumità e la possibilità di tornare in patria, sani e salvi.

 

 

Kateryna, intervistata dal Corriere della Sera, spiega: "Siamo in contatto con i negoziatori ma non possiamo divulgare informazioni su questo (il patto segreto, ndr). Quello che possiamo dire è che è prevista la possibilità per i reclusi di fare telefonate periodiche ai familiari, probabilmente i graduati stanno avendo la priorità". La resa già di per sé sarebbe il segnale di un patto col nemico garantito da organismi terzi, visto che per molti mesi si dava per scontato che arrendersi, per i miliziani ucraini, sarebbe stato l'equivalente di "morte certa". Oggi detenuti nella colonia penale 52, a Prokopendo e agli ucraini "hanno dato acqua e cibo. Le condizioni soddisfano i requisiti degli accordi e non hanno subito violenze in questo periodo. Cosa accadrà dopo non lo sappiamo ma al momento ci sono terze parti come l’Onu e la Croce Rossa che tengono sotto controllo la situazione".

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