Aeroflot devastata: "Costretta a demolire la sua flotta". Come sono ridotti i russi
Le sanzioni contro la Russia non funzionano? Chiedetelo a Aeroflot, che per far fronte alla carenza di componenti per i suoi mezzi sarà costretta a demolire alcuni dei suoi aerei nei prossimi tre mesi. Servono infatti pezzi di ricambio che non possono essere acquistati dall’Occidente, dato che le sanzioni lo impediscono. A rivelarlo è Bloomberg, che ha condotto un’inchiesta sulla situazione di Aeroflot, la compagnia russa che è costretta a imporsi un fortissimo ridimensionamento a causa delle sanzioni.
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Stando alle fonti di Bloomberg, nelle ore immediatamente successive all’annuncio di Vladimir Putin dell’invasione russa in Ucraina i massimi dirigenti di Aeroflot si sono riuniti presso la sede della compagnia, che si trova a poca distanza dal Cremlino. Una riunione descritta come “surreale”, dato che si sarebbe svolta senza mai nominare la guerra o i rischi che avrebbe determinato per Aeroflot. A margine del vertice, però, alcuni dirigenti avrebbero usato parole pesantissime per descrivere le prospettive della compagnia. E non si sbagliavano affatto, dato che adesso Aeroflot sarà costretta a demolire alcuni suoi aerei, dopo essere stata tagliata fuori dall’Occidente.
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In pratica in tre mesi Putin ha spazzato via Aeroflot, che negli ultimi 20 anni era riuscita a trasformarsi in una compagnia riconosciuta a livello internazionale: ora si trova di fronte a un futuro che assomiglia molto al passato sovietico. Aeroflot si sta quindi concentrando sulle rotte nazionali e sugli aerei prodotti localmente: “È stata costruita secondo uno standard globale - ha dichiarato a Bloomberg un esperto del settore, Christopher Granville - il suo ridimensionamento è uno specchio dell’economia russa, ora tagliata fuori dal sistema occidentale”.